ecco qui il tanto atteso quarto capitolo. L'ho cambiato un po' da quello che avevo scritto nel mio blocchetto, visto che l'altro non mi piaceva tanto...
“Premonizioni”
4. Capitolo
Un altro incubo quella notte.
C’erano Laurent, Victoria e James che si nutrivano del sangue di una giovane donna. Quando si erano spostati, sorridendo maligni, con orrore mi ero resa conto che quella donna ero io. mi ero svegliata di soprassalto, piangendo.
Trovai Edward accanto a me, che iniziò a cullarmi. Al sicuro nella mia camera e tra le sue braccia, le lacrime smisero di scendere.
“Bella, ti va di raccontarmi cos’è successo?” mi chiese, posandomi un bacio sulla fronte.
“Ho fatto un incubo. C’erano James, Laurent e Victoria che succhiavano il … il … mio sangue!” Ricominciai a singhiozzare. Certo, il segugio era morto, e Laurent era a Denali, ma rimaneva Victoria, che era feroce quanto loro due.
“Sta tranquilla amore, ci sono io qui!”
“Edward ho paura! Giura di non lasciarmi!”
“Si, Bella, te lo giuro. Ora torna a dormire!”
Più sollevata rispetto a prima, cercai di addormentarmi, cullata dalla ninna nanna che Edward aveva ripreso a canticchiare per me. Capii che era in ansia. I muscoli del petto e delle braccia erano tesi, pronti a scattare. L’avevo messo in allarme. Non era la prima volta che facevo un sogno del genere.
Nonostante le sue attenzioni, non riuscii a prendere sonno.
Alle otto, quando mi alzai dal letto, Renée venne a bussare alla porta. La feci entrare, Edward era andato via a cambiarsi.
“Bella, stai bene?” mi chiese. Sembrava preoccupata. Dovevo essere più pallida del solito, per averla messa in allarme.
“Si mamma, sto bene. Non preoccuparti!”
“Bene cara. Io e Phil usciamo. Torniamo stasera. Tu invita Edward a casa!” disse, uscendo e facendomi un occhiolino alquanto ambiguo. Io arrossii.
“O … ok mamma. Divertitevi!”
Qualche minuto dopo, una volta pronta, scesi giù a fare colazione.
“Bella, ancora a fare colazione?” Sobbalzai al suono della voce. Era Alice.
“Alice, devo ricordarti che non sono una vampira superveloce?” le chiesi, facendole la linguaccia. Ero contenta di rivederla, ma me l’aspettavo. Dove va un Cullen vanno tutti.
“Spiritosa la ragazzina! Dai su, muoviti!” mi abbracciò. Mentre sciacquavo la tazza del latte, lei prese la mia giacca. La guardai stupita.
“Cos’è quella faccia?” chiese.
“Alice, siamo a Phoenix, in estate. Fuori ci saranno come minimo 40 gradi. A cosa pensi che mi serva la giacca?” le feci notare, scoppiando a ridere. Guardai la sua faccia, e avrei scommesso che se fosse stata ancora umana, sarebbe arrossita dall’imbarazzo.
Cercai le chiavi della macchina, ma non le trovai. Alice, spazientita mi prese in braccio, e si tuffò fuori dalla finestra.
Era strano correre in braccio a lei. Così piccola, e minuta, non ero mai riuscita a figurarmela mentre correva o combatteva.
Arrivammo a casa Cullen, in meno di dieci minuti.
Tutto mi era familiare. Come a Forks, l’abitazione era immersa nel verde, ed era in tinte pastello. Era facile ormai, riconoscere i gusti di Esme.
Quando entrammo, tutti mi salutarono entusiasti. Emmett mi stritolò in uno dei suoi abbracci da orso, Jasper mi tese la mano, Esme mi abbracciò delicata insieme a Rosalie. Edward, mi abbracciò, e non mi lasciò neanche un secondo.
“Bella amore dobbiamo parlare!” mi disse, dirigendomi verso il divano, sul quale era seduto anche Carlisle. Tutti ci seguirono, in cerchio. Iniziò Carlisle.
“Edward ci ha raccontato il tuo sogno … “
“Ma era soltanto un sogno!” lo interruppi, subito.
“Il punto è, che poco dopo, Alice ha avuto una visione. C’erano Victoria e Laurent, insieme, seguiti dai Volturi. Arriveranno fra tre mesi. Sai chi sono i Volturi, vero?” Mi chiese.
Annuii. In una delle tante serate che io ed Edward avevamo passato nella mia camera, mi aveva parlato di questi vampiri, famosi per essere una sorta di polizia dei vampiri. Uccidevano chi veniva a sapere del loro segreto, e chi si faceva scoprire. Erano venuti a prendermi.
Senza accorgermene, ricominciarono a scendere le mie lacrime. Edward mi strinse forte.
“No, Bella, non piangere. Ci siamo noi qui a proteggerti- guardò Carlisle- no, non posso farlo. Non me lo chiedere!” sbottò.
“Cosa? Edward diccelo!” lo riprese subito Alice. Odiavo non partecipare alle conversazioni.
“Carlisle ha appena pensato che un’idea potrebbe essere la trasformazione di Bella!”
Ecco perché, il mio vampiro aveva reagito così. Non sopportava quell’ipotesi, non voleva togliermi la vita. Io però ero disposta a farlo, e volevo che fosse il suo veleno a fermare il mio cuore.
Alice ebbe subito un’altra visione. A giudicare l’esasperazione di Edward, mi riguardava.
“Edward …” si girò verso me, non appena pronunciai il suo nome. Anche gli altri lo fecero.
“Trasformami!”