Ritorno a Phoenix

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**Momi--Swan**
view post Posted on 8/12/2008, 20:54




la FF è ambientata nel periodo tra la fine di Twilight e l'inizio di New Moon. spero vi piaccia!!!

1 Capitolo
Ritorno a Phoenix

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Tic tac tic tac tic tac.
Stupida sveglia smettila di funzionare. Odiavo quel rumore. Mi dava sui nervi. Non la sopportavo. Ultimamente però non sopportavo niente. Da quando avevo saputo che sarei dovuta partire. Ritornare a Phoenix non era nei miei programmi estivi, almeno non da quando avevo conosciuto Edward. Poi due settimane dopo la fine della scuola, ecco arrivare Charlie in camera mia, ad annunciarmi la bella notizia. Bella non per me. Non per Edward.
Mi restava una sola notte prima di separarmi da lui per tre mesi interi. Non volevo andare a Phoenix. Ormai quella non era più casa mia. Non volevo lasciare Edward da solo, con il rischio che passasse le pene dell’inferno per la paura di non vedermi più. Avevo ripetuto a Charlie più e più volte che non volevo ritornare nella mia vecchia casa, ma era rimasto fermo sulla decisione che aveva preso insieme a Renée.
“Tornerai a Phoenix, Bells. E poi cosa vuoi che siano tre mesi? Passeranno in fretta, vedrai”, mi aveva detto quando avevo cercato di convincerlo a non farmi partire.
Passeranno in fretta, vedrai. Se ci fosse stato al posto mio, neanche lui avrebbe guardato con felicità tutto quel tempo. Mi ero comportata bene tutto l’anno, non avevo sgarrato una volta, ed ecco il loro ringraziamento per essere una figlia modello. Certo se non avessi trovato Edward probabilmente sarebbe stato davvero un bel regalo. Ma io l’avevo trovato e non volevo assolutamente partire.
E poi eccolo lì, il mio paradiso personale. Lo guardai negli occhi e vi lessi la tristezza. Neanche lui voleva che partissi. Stava soffrendo, ma non voleva dirmelo.
Mi si avvicinò piano, continuando a sorridermi, triste.
“Non sei neanche partita e già mi manchi”. Mi si sdraiò accanto, sul letto. Mi circondò i fianchi con le sue braccia fredde e mi permise di appoggiare la testa sul suo petto.
“Non voglio partire. Non sopporterei la tua mancanza”. Lo dissi sconsolata, con un groppo in gola. Le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi.
“Vorrei venire con te. Vorrei non essere obbligato a non uscire alla luce del Sole”. Appoggiò le sue labbra fredde sulle mie, e mi strinse a se ancora di più. A differenza delle altre volte non si staccò subito, né sembrava avere voglia di farlo. Mi prese dal bacino e mi fece sedere in braccio a lui. Poi afferrò i miei polsi e se li portò al collo. Io lo strinsi ancora di più, mettendo le mani tra i suoi capelli e tirandolo verso di me.
“Ti amo, Bella”. Si staccò per un brevissimo istante dalle mie labbra, solo per spostarsi sul mio collo e continuare a baciarmi.
“Ti amo anch’io Edward!” Spostai le mie mani sul suo petto e tremando gli slacciai i bottoni della camicia. Gliela tolsi e la feci cadere a terra. Lui mi strinse di nuovo, questa volta più forte, avvicinando il suo petto freddo e marmoreo al mio. Passarono pochi minuti ancora e si staccò.
“Credo che ci siamo spinti un po’ troppo oltre questa volta!”Mi fece il sorriso sghembo che tanto adoravo e che mi toglieva il fiato.
“Si, lo credo anch’io”. Scesi dalle sue gambe e mi risdraiai sul mio letto, accanto a lui.
Edward iniziò a canticchiare la mia ninna nanna, e in pochi istanti, le braccia di Morfeo, mi accolsero.
La mattina dopo mi svegliai presto. Trovai accanto a me un foglietto indirizzato alla Signorina Swan.
Sono andato a cambiarmi, ma non ti preoccupare torno presto. Sarò lì prima che tu abbia tempo di uscire dalla camera per fare colazione. Prenditi cura del mio cuore. Io te l’ho lasciato.
Tuo Edward

Dolce e premuroso come sempre. Sorrisi ripensando alla notte precedente.
Mi alzai dal letto e andai in bagno a lavarmi. L’aereo sarebbe partito tra circa un’ora e anche se non volevo salirci, non volevo far arrabbiare Charlie.
Uscii vestita e pettinata, e lo trovai che mi aspettava sul letto. Appena mi vide mi sorrise e mi venne incontro per abbracciarmi. Inspirò il mio profumo e ancora una volta mi baciò.
Scendemmo in cucina tenendoci abbracciati. Ci guardavamo negli occhi aspettando il momento che non volevamo mai arrivasse.
“Bells andiamo! Oh ciao Edward!” Charlie aspettava impaziente sulla porta. Aveva già sistemato la mia valigia nel bagagliaio dell’auto.
Guardai Edward. Anche lui mi stava guardando e sembrava ancora più triste. Mi strinse in un abbraccio e mi diede un ultimo bacio prima che salissi in auto. Piansi per tutto il viaggio fino all’aeroporto, e anche in aereo.
L’estate era appena iniziata e già non vedevo l’ora che finisse.

Edited by **Momi--Swan** - 2/1/2009, 17:56
 
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**Momi--Swan**
view post Posted on 13/1/2009, 20:27




ed eccomi qui..crdevi che non l'avrei continuata eh..e invece ti sbagliavi...

“Buone Notizie”
2. Capitolo


Atterrai all’aeroporto di Phoenix circa tre ore dopo il decollo.
Non avevo fatto altro che piangere per tutto il tragitto, tanto che, alla fine, la donna anziana seduta accanto a me, si era andata a rintanare nella toletta. Ripensavo ai baci, alle carezze e alla ninna nanna sussurrata dal mio Edward. Sentivo che i tre mesi lontani da lui sarebbero stati terribili, e per di più non sapevo se lo avrei mai visto, da una parte perché lui, essendo molto protettivo, e nonostante avesse giurato di non lasciarmi, poteva sparire da un momento all’altro.
All’arrivo, trovai mia madre e Phil ad aspettarmi. Non appena Renée mi vide, mi saltò al collo e mi strinse in un abbracciò strangolatore. Non l’allontanai. Mi era mancata troppo, la mia dolce, svampita e imprevedibile mamma.
Quando finalmente si staccò, la guardai attentamente. Era diversa dall’ultima volta che l’avevo vista, un mese prima. Era più bella, luminosa, e aveva un’intensa luce negli occhi. Dai suoi modi di fare, da come mi fece entrare impaziente nell’auto, da come ordinò a Phil di accelerare, capì che era ansiosa di dirmi o farmi vedere qualcosa. Non la capivo, ma pensai che dopotutto mi stavo immaginando tutto.
“Come sta Charlie, Bella?”
“Bene, credo. Ma non credo sopravvivrà con la sua cucina!” Ritornai a guardare fuori dal finestrino, mentre le case mi sfilavano davanti.
“E Edward? Come sta?”
“Una meraviglia. Ma era triste” Sentii un groppo in gola. Mi mancava troppo, ed era solo poco tempo che non lo vedevo, figurarsi un’estate intera. Renée, avvisata da uno sguardo di Phil, capì che non era l’argomento adatto per parlare, e le domande finirono. Prima di girarsi avanti, mi sorrise.
“Non preoccuparti tesoro, il tempo passerà in fretta!”
“Lo spero mamma!”
Non parlammo più fino all’arrivo a casa. Nessuno era dell’umore adatto, io soprattutto.
“Bella, lascia la valigia in camera tua. Poi scendi che la cena è pronta!”
“Si mamma. Ci metto un secondo”
La mia camera non era cambiata per niente. Mia madre non aveva toccato nulla,tutto era come lo ricordavo. Ne fui contenta, sarei tornata subito a mio agio.
Come aveva detto Renée, la cena era già in tavola quando scesi. Era strano non aver nulla da cucinare o da lavare.
“Su, cara, mangia tutto, che dobbiamo parlare!” Mi spaventai, eppure il tono della voce non era da rimprovero.
“Ok mamma, ma di cosa?”Non riuscì a trattenersi, sembrava sul punto di scoppiare. Phil, resosi conto che non avrebbe retto a lungo, ci aveva raggiunte in cucina. Doveva essere davvero una cosa importante.
“Va bene te lo dico. Sono incinta. Presto avrai un fratellino o una sorellina, chi lo sa!”
Non me l’aspettavo. Incurante del ketchup che colava sulla tovaglia le saltai addosso.
Sorella. Lo sarei diventata presto. Finalmente il mio desiderio più grande quando ero piccola, si avverava. Avrei avuto un piccolo cucciolotto per casa da coccolare, forse non per sempre, ma neanche per poco. Pensai ad Edward, alla prospettiva di stare un estate senza lui, e la mia tristezza, fu ricolmata in parte. Avrei ripreso il ruolo di babysitter verso mia madre, e non mi dispiaceva. Questa volta avrei avuto due vite da controllare, e non mi sarei potuta fermare un attimo, forse solo per respirare.
 
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**Momi--Swan**
view post Posted on 6/2/2009, 17:05




chiedo umilmente perdono in ginocchio per il ritardo nel postare...ma tra un'interrogazione l'altra non ci sono riuscita...vi lascio a questo capitolo, sperando che vi piaccia.....

“Scoperta inaspettata”
3. Capitolo


La mattina dopo, quando mi svegliai, ero agitata. Avevo passato una notte insonne per via del troppo caldo. A Forks, persino d’estate avevo freddo, a Phoenix invece faceva sempre caldo, ed io non ero più abituata.
Mia madre, era già uscita con Phil, il giorno prima aveva accennato ad una visita dal ginecologo. Decisi di andare a fare spesa, quando mi accorsi che il frigo era vuoto. Presi i soldi dal barattolo e le chiavi dell’auto di mia madre. Mi mancava anche il mio pick-up.
Il supermercato più vicino era a un quarto d’ora da casa. Il sole era accecante e bruciava sulla pelle. Nonostante tutto il calore del sole sulla mia pelle era piacevole, e mi rimandava alla mente il luccichio della pelle, esposta ai suoi raggi, di Edward.
Mentre riflettevo, camminando per le strade affollate, mi accorsi che qualcuno mi seguiva. Sentii la paura impossessarsi del mio corpo. Forse erano lo stesso tipo di persone che mi avevano braccata a Port Angeles. Desiderai violentemente che la Volvo metallizzata che mi aveva salvata allora, spuntasse ancora una volta e mi portasse via.
Svoltai l’angolo all’incrocio, tenendo la borsa attaccata al fianco, con una mano sulla zip, per prendere lo spray al peperoncino. Fortunatamente l’avevo preso con me, quella mattina, prima di uscire.
Con la mia solita fortuna, mi ritrovai in un vicolo cieco.
Una mano, fredda come il ghiaccio, mi si posò sul collo. Non mi girai, avevo troppo paura.
“Non sei brava a scappare!” Il respiro mi si fece corto, e il cuore accelerò la sua corsa. Avrei riconosciuto quella voce fra mille, ne ero sicura. Mi voltai, e mi trovai di fronte al mio vampiro preferito. Mi sorrise, col sorriso sghembo che tanto adoravo. Mi prese il volto tra le mani e mi baciò. Non respirai più, ma lo abbracciai forte, stringendolo ancora di più a me.
“Bella, respira. Mi sei mancata!” mormorò, staccandosi da me.
Io feci come mi aveva ordinato. Non volevo svenire di nuovo, non ora che era lì.
“Ma che ci fai tu qui?” balbettai.
“Vuoi che torni a Forks?” Rise. Era di una bellezza sconvolgente.
“No, certo che no. Mi chiedevo solo come avessi fatto, visto il sole”
“Amore mio, il sole è sparito da un’ora!”
Lo guardai, credendo che fosse impazzito, poi spostai lo sguardo al cielo. Non era buio, ma il sole era davvero scomparso. Sull’orologio le lancette segnavano le sette e trenta. Ero stata via un giorno intero. Renée doveva essere preoccupata.
“Oh mio Dio, com’è tardi! Renée sarà morta dalla preoccupazione!” Cercai di superare Edward, ma lui mi teneva ferma per la vita.
“Bella, tranquilla, ho chiamato io Renée. Le ho detto che stavi con me!” Mi prese per mano, e uscimmo dal vicolo. Le luci erano tutte accese, e quando ci avvicinammo ad una macchina, notai che non era la Volvo. Era un’auto nera, sinuosa, molto bella.
“Edward, che fine ha fatto la tua Volvo?”
“È a Forks. Non ti piace questa?” Mi sorrise, quasi innocente. Mi impappinai guardandolo.
“No. Cioè si, è molto bella! Ma … penso di preferire la Volvo!”
Non dissi altro fino a casa. Quando arrivammo, Renée saltò al collo di Edward, per abbracciarlo. Rimasi pietrificata. Anche se “vegetariano” era pur sempre un vampiro.
“Come stai Edward caro?” Ci accomodammo tutti in cucina. Phil e Renée avevano già cenato, ed io mi preparai una ciotola di latte e cereali.
“Bene, grazie Renée. Congratulazioni, Bella mi ha detto la notizia!” Poco ma sicuro io non ne avevo fatto parola. Per un attimo pensai che potesse leggermi nel pensiero, ma nello stesso attimo pensai che molto probabilmente aveva letto in quello di mia madre, o di Phil.
Finita la mia cena, Edward andò via, dicendo che dormiva nella casa comprata da Carlisle ed Esme, insieme a tutta la sua famiglia. Non credetti alle mie orecchie. In camera, lo trovai sul mio letto che sfogliava un album di foto. Con orrore mi accorsi che erano le mie foto da piccola.
“Eri proprio carina, sai?” Mi accomodai tra le sue braccia, dopo essermi messa il pigiama.
“Da quando hai una casa anche qui?” chiesi, accocolandomi.
“Primo non è mia, secondo gli immobili sono un buon affare!”
Non vedevo l’ora di riabbracciare Alice, ma non avevo ancora capito come avrebbero fatto con il sole. Mezz’addormentato gli dissi che l’indomani mi avrebbe spiegato tutto.
Sbadigliando mi addormentai definitivamente con le note della mia ninna nanna come sottofondo, e il suo viso esasperato nei miei pensieri.
 
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**Momi--Swan**
view post Posted on 22/2/2009, 13:44




ecco qui il tanto atteso quarto capitolo. L'ho cambiato un po' da quello che avevo scritto nel mio blocchetto, visto che l'altro non mi piaceva tanto...

“Premonizioni”
4. Capitolo



Un altro incubo quella notte.
C’erano Laurent, Victoria e James che si nutrivano del sangue di una giovane donna. Quando si erano spostati, sorridendo maligni, con orrore mi ero resa conto che quella donna ero io. mi ero svegliata di soprassalto, piangendo.
Trovai Edward accanto a me, che iniziò a cullarmi. Al sicuro nella mia camera e tra le sue braccia, le lacrime smisero di scendere.
“Bella, ti va di raccontarmi cos’è successo?” mi chiese, posandomi un bacio sulla fronte.
“Ho fatto un incubo. C’erano James, Laurent e Victoria che succhiavano il … il … mio sangue!” Ricominciai a singhiozzare. Certo, il segugio era morto, e Laurent era a Denali, ma rimaneva Victoria, che era feroce quanto loro due.
“Sta tranquilla amore, ci sono io qui!”
“Edward ho paura! Giura di non lasciarmi!”
“Si, Bella, te lo giuro. Ora torna a dormire!”
Più sollevata rispetto a prima, cercai di addormentarmi, cullata dalla ninna nanna che Edward aveva ripreso a canticchiare per me. Capii che era in ansia. I muscoli del petto e delle braccia erano tesi, pronti a scattare. L’avevo messo in allarme. Non era la prima volta che facevo un sogno del genere.
Nonostante le sue attenzioni, non riuscii a prendere sonno.
Alle otto, quando mi alzai dal letto, Renée venne a bussare alla porta. La feci entrare, Edward era andato via a cambiarsi.
“Bella, stai bene?” mi chiese. Sembrava preoccupata. Dovevo essere più pallida del solito, per averla messa in allarme.
“Si mamma, sto bene. Non preoccuparti!”
“Bene cara. Io e Phil usciamo. Torniamo stasera. Tu invita Edward a casa!” disse, uscendo e facendomi un occhiolino alquanto ambiguo. Io arrossii.
“O … ok mamma. Divertitevi!”
Qualche minuto dopo, una volta pronta, scesi giù a fare colazione.
“Bella, ancora a fare colazione?” Sobbalzai al suono della voce. Era Alice.
“Alice, devo ricordarti che non sono una vampira superveloce?” le chiesi, facendole la linguaccia. Ero contenta di rivederla, ma me l’aspettavo. Dove va un Cullen vanno tutti.
“Spiritosa la ragazzina! Dai su, muoviti!” mi abbracciò. Mentre sciacquavo la tazza del latte, lei prese la mia giacca. La guardai stupita.
“Cos’è quella faccia?” chiese.
“Alice, siamo a Phoenix, in estate. Fuori ci saranno come minimo 40 gradi. A cosa pensi che mi serva la giacca?” le feci notare, scoppiando a ridere. Guardai la sua faccia, e avrei scommesso che se fosse stata ancora umana, sarebbe arrossita dall’imbarazzo.
Cercai le chiavi della macchina, ma non le trovai. Alice, spazientita mi prese in braccio, e si tuffò fuori dalla finestra.
Era strano correre in braccio a lei. Così piccola, e minuta, non ero mai riuscita a figurarmela mentre correva o combatteva.
Arrivammo a casa Cullen, in meno di dieci minuti.
Tutto mi era familiare. Come a Forks, l’abitazione era immersa nel verde, ed era in tinte pastello. Era facile ormai, riconoscere i gusti di Esme.
Quando entrammo, tutti mi salutarono entusiasti. Emmett mi stritolò in uno dei suoi abbracci da orso, Jasper mi tese la mano, Esme mi abbracciò delicata insieme a Rosalie. Edward, mi abbracciò, e non mi lasciò neanche un secondo.
“Bella amore dobbiamo parlare!” mi disse, dirigendomi verso il divano, sul quale era seduto anche Carlisle. Tutti ci seguirono, in cerchio. Iniziò Carlisle.
“Edward ci ha raccontato il tuo sogno … “
“Ma era soltanto un sogno!” lo interruppi, subito.
“Il punto è, che poco dopo, Alice ha avuto una visione. C’erano Victoria e Laurent, insieme, seguiti dai Volturi. Arriveranno fra tre mesi. Sai chi sono i Volturi, vero?” Mi chiese.
Annuii. In una delle tante serate che io ed Edward avevamo passato nella mia camera, mi aveva parlato di questi vampiri, famosi per essere una sorta di polizia dei vampiri. Uccidevano chi veniva a sapere del loro segreto, e chi si faceva scoprire. Erano venuti a prendermi.
Senza accorgermene, ricominciarono a scendere le mie lacrime. Edward mi strinse forte.
“No, Bella, non piangere. Ci siamo noi qui a proteggerti- guardò Carlisle- no, non posso farlo. Non me lo chiedere!” sbottò.
“Cosa? Edward diccelo!” lo riprese subito Alice. Odiavo non partecipare alle conversazioni.
“Carlisle ha appena pensato che un’idea potrebbe essere la trasformazione di Bella!”
Ecco perché, il mio vampiro aveva reagito così. Non sopportava quell’ipotesi, non voleva togliermi la vita. Io però ero disposta a farlo, e volevo che fosse il suo veleno a fermare il mio cuore.
Alice ebbe subito un’altra visione. A giudicare l’esasperazione di Edward, mi riguardava.
“Edward …” si girò verso me, non appena pronunciai il suo nome. Anche gli altri lo fecero.
“Trasformami!”

 
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**Momi--Swan**
view post Posted on 4/3/2009, 19:21




“Rifiuto”
5. Capitolo



Non aveva acconsentito.
Quando gli avevo detto quell’unica parola, mi aveva guardata come non mai.
Furente, terrorizzato. Aveva subito lasciato la stanza. Alice e Carlisle, naturalmente, gli erano corsi dietro, per farlo ragionare, mentre Esme e Rosalie erano rimaste a consolarmi.
Subito dopo però, ero tornata a casa, accompagnata da Rose. Non volevo rimanere lì, per poi rivedere la sua espressione furente. Non volevano, però, lasciarmi sola. Temevano per la mia incolumità.
“Rosalie, perché ha reagito così?”
“Lo sai, non sopporta l’idea di toglierti la vita!”
“Si certo, ma perché non oggi e magari un domani si?”
“Bella fosse per lui non lo farebbe mai. Oggi soprattutto, perché sa che sei entusiasta all’idea di avere un fratello!”

Sconsolata mi andai a sedere sul mio letto. Avevo visto giusto. Magari se mia madre non fosse stata incinta, e io non così emozionata, avrebbe valutato l’ipotesi. In un primo momento, avevo pensato che non volesse trasformarmi, perché non mi voleva accanto a sé per l’eternità. Fortuna che era solo una paura da mettere a tacere, subito. Lui mi amava, così come io lo amavo.
Rosalie, era andata via appena mia madre e Phil erano tornati.
Io, mi ero rifugiata sotto le coperte, facendo finta di dormire, aspettando che qualcuno, o meglio Lui, venisse a stare con me, venisse a vedermi dormire, venisse a canticchiarmi la mia dolce ninna nanna, abbracciandomi e sussurrandomi d’amarlo.
Il mondo mi crollò addosso, e le lacrime iniziarono a sgorgare dai miei occhi. Cercai disperatamente di attutire i singhiozzi nel cuscino, per non destare sospetti in Renée, ma mi accorsi che ogni mio tentativo era inutile.
Solo la sua voce mi avrebbe potuta calmare, e mi venne un tocco quando la sentii.
“Signorina Swan, qual è il motivo delle sue lacrime?” mi chiese, sdraiandosi al mio fianco .
“Edward, io … mi dispiace, non lasciarmi mai più!” mi girai di scatto per abbracciarlo e affondai la testa nell’incavo del suo collo, mentre lui mi accarezzava la schiena.
“Shh … non piangere piccola … sono stato via solo un pomeriggio!” ridacchiò, e io, mi strinsi ancora più forte al suo petto.
“Tu … tu eri arrabbiato con me!” mi sentivo sciocca. Forse ora mi allontanava dicendo che ero paranoica. Ok, forse lo ero davvero, ma non volevo neanche immaginare cosa fosse successo se lui non mi sarebbe più stato accanto.
“Piccola, avevo bisogno di tempo” si staccò dal mio abbraccio strangolatore, e si avvicinò alla finestra. Non mi avvicinai, aspettavo che finisse di parlare, di dirmi cosa pensasse …
“Bella, io non … sai che sono un essere egoista, e che non potrei mai stare senza te …” sembra stesse soppesando ogni parola. Aspettai prima di parlare, non riuscivo a capire dove stessimo andando a parare con quel discorso.
“Io ti trasformerò, ma …” Mi avrebbe trasformata! Aveva cambiato idea! Ma quella frase lasciata in sospeso, mi stava seriamente preoccupando.
“Ma cosa Edward?” gli chiesi. Volevo essere sicura delle sue parole prima di saltare felice per la stanza.
“Ma tu prima sposami …” mi rispose lui, speranzoso.
In quel preciso istante, iniziai seriamente a dubitare delle sue facoltà mentali. Forse, il sangue animale gli aveva dato alla testa. Avrei dovuto parlarne con Carlisle.
Sapeva che avevo una speciale avversità riguardo i matrimoni, non poteva chiedermi questo.
“Edward, io … cioè noi …” mi fermai. Non sapevo cosa dire. Eravamo troppo giovani, ma non volevo dirgli di no. Aveva quel viso così speranzoso , i suoi occhi mi chiedevano un si come risposta. Se gli avessi detto di no, forse tutto gli sarebbe crollato addosso, come a me quel pomeriggio. Magari anche lui poteva cominciare a pensare che io non lo volessi abbastanza. Come a voler confermare la mia ipotesi, si rabbuiò, improvvisamente, guardandomi dispiaciuto.
“Bella, amore scusa … lascia stare …”
“Si Edward … voglio sposarti!” gli dissi tutto d’un fiato, interrompendolo.
 
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4 replies since 8/12/2008, 20:54   120 views
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