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quiCapitolo Uno
Ritorno al passato
Erano passati sette anni da quando avevo detto addio a Babù e Vì, ed era stata un’esperienza indimenticabile. Era stato difficilissimo per me lasciarle, avrei tanto voluto che il tempo si fermasse, e che io potessi rimanere ad abbracciarle per sempre… ma purtroppo non fu così, e io tornai al mio Regno delle Rugiade d’Argento dopo il compimento dei loro quindici anni.
Ora, così tanto tempo dopo, ricevetti una lettera dal Gran Consiglio. Ne avevo ricevute tante, ma non avevo mai accettato. Sarebbe stato troppo faticoso per me dimenticare le mie bambine, e prenderne in custodia un altro. Ma stavolta sarebbe stato diverso…
“Un’altra lettera per Sefeliceleisaràdircelovorrà!!! Presto, chiamatela! Viene dal Gran Consiglio!”
“Sefelicetusaraidircelovorraiiii, dove seiiii?”
“Sono qui, sono qui! Che modi! Stavo dormendo beata, spero che ci sia qualcosa di molto importante.”
“Qualcosa di molto importante? Di importantissimissimissimo! Dal Gran Consiglio!”
“Oh, un’altra… non posso, non sostituirò mai Pervinca e Vaniglia!”
“Be’, aprila lo stesso, no?”
“E sia…”
Alla gentile fata
Sefeliceleisaràdircelovorrà
Regno delle Rugiade d’Argento
Distinta fata,
il Gran Consiglio dei Saggi le inoltra una lettera di richiesta di fata-tata, proveniente da una strega illustrissima. Siamo fiduciosi che lei accetterà.
“Su, Sefelicetusaraidircelovorrai, leggi questa benedetta lettera! Non tenerci sulle spine! Chissà chi sarà questa illustrissima strega…”
Cara fatina dal nome impronunciabile,
ma che con quindici anni di esercizio ho imparato a dire, io sono Lillà dei Sentieri e sono una Strega della Luce.
Come credo ricorderai, fino a sette anni fa eri la fata-tata delle mie due nipoti gemelle, Vaniglia e Pervinca Periwinkle. Ormai loro sono divenute grandi, hanno ventidue anni e ti ricordano ogni giorno con tantissimo affetto. Ma non è per loro che ti scrivo.
Mia sorella Dalia, inaspettatamente, è di nuovo incinta di una bimba, che nascerà il prossimo mese di Aprile. Fidandomi della tua celeberrima perspicacia, sono certa che avrai già capito cosa ti chiedo: Io, Dalia, Cicero e le gemelle desidereremmo tanto che tu facessi da fata-tata alla nuova creatura.
Sappiamo oramai benissimo che tu sei una fata molto preparata, ci fidiamo di te come di noi stessi, sei parte della nostra famiglia. Confido, dunque, nel fatto che tu accetterai. Se così sarà, il tuo incarico durerà quindici anni, lavorerai a tempo pieno e riceverai una ricompensa.
Ti raccomando di partire subito; l’indirizzo è questo:
Famiglia Periwinkle
Via degli Orchi Bassi
Fairy Oak, Valle di Verdepiano
“Non ci credo…sto sognando! Qualcuno mi tiri un pizzicotto! Impossibile. Assurdo. Incredibile. Tomelilla, Dalia, Cicero e, soprattutto, le mie amate bambine…”
“È vero, Sefelicetusaraidirmelovorrai, adesso hai la possibilità di ritornare nella tua adorata Fairy Oak. Che emozione! È bellissimo, vero? Wow, non ci…”
“Smettetela, ragazze” disse la fata più saggia, Gocciargenteadigentilesaggezza. “Lasciatela riflettere, non la mettete sotto pressione! Ce ne andiamo, ti facciamo pensare… RITIRATA!”
Tutte le mie compagne, con i visi lunghi, si allontanarono. Le capivo, volevano discuterne con me, ma io non ero ancora pronta per intraprendere una conversazione, forse non ero neppure in grado di affrontare le mie emozioni…
Una cosa sola la sapevo: stavolta, era certo, avrei accettato!
Capitolo Due
Ritorno a casa
Arrivai a Fairy Oak ad agosto. C’era un odore di ciliegie e di pesche che inebriava i sensi, l’aria era satura di gioia e felicità.
Ero tornata.
Vedendo le case, gli alberi e la grande Quercia Fatata dalla quale il villaggio aveva preso il nome, sentii nel mio cuore la tranquillità di chi era tornato a casa; cominciai a ballare: giravolte, ruote,capriole e piroette volevano dimostrare al mondo che io ero qui.
“Ops!” dissi. Avevo sbattuto contro qualcosa, o meglio, qualcuno…
“Sentoipollicicheprudono?!?”
“Sefelicetusaraidirmelovorrai?!?”
All’inizio, sbalordite, rimanemmo immobili. Ma bastò qualche secondo, perché ci abbracciassimo in una stretta sincera, viva, di due persone… cioè, fate, che non si vedevano da tanto tempo, ma avevano mantenuto il loro rapporto come il primo giorno.
“Amica mia!” esclamai con le lacrime agli occhi.
“Felì!” mi disse Prud. “Finalmente sei arrivata! Riabbiamo aspettata per sette anni, e il gran momento è finalmente arrivato!”
“Bene bene bene” dissi io “vedo che hai imparato a volare decentemente!”
Dovete sapere che Prud era la fata più pigra e grassottella di tutto il villaggio, poiché non voleva mai volare. Io a volte la ammiravo, poiché lei era l’unica fata ad avere la pazienza di fermarsi a guardare le piccole cose che, dall’alto, noi neppure contavamo. Prud di solito camminava, ma da ciò che avevo visto aveva imparato a volare. Quando voleva, lei era molto determinata, e sapeva anche essere saggia.
“Vieni con me, Felì. Ti faccio rincontrare tutte le tue vecchie amiche”.
Ritrovai Ditetù (Miricorderòditeturicordatidime), Sulfior (Vegliosulfiorchefiorirà), Etalì (Quattropetalinelcuorehoportatoperte) e Piffero (Spifferospigliatodelventoinnamorato). Tutte quante mi salutarono calorosamente. Ero contentissima di rivedere le mie compagne, ma avevo bisogno di abbracciare il vero motivo della mia vita: Babù e Vì.
Bussai alla porta di Casa Periwinkle, ma mi accorsi che era aperta ed entrai. Nulla era cambiato dalla mia partenza: c’era sempre quel buon odore di legno stagionato, di torta di mele e di pulito.
Possibile che non ci fosse nessuno? Salii le scale, i cui muri erano tappezzati di foto di Vaniglia e Pervinca in diversi ambienti e pose.
Il mio cuore andava a mille: stavo per arrivare nella camera delle mie bambine. La aprii leggermente e…
Erano lì. Belle come non mai, stavano parlando. Sentii uno stralcio di conversazione:
“… perché Felì è…”
Stavano parlando di me! Non mi avevano dimenticata, allora!
“Toc! Toc!” bussai.
“Che c’è, papà… lasciaci stare…”
Entrai nella stanza. Vedendo la mia luce, le gemelle alzarono lo sguardo: esso era annoiato, stanco.
Ma quando i loro occhi incontrarono i miei, scoccò una scintilla, che rese la mia anima calda ed euforica. Ora sì, che ero davvero tornata…
Non ci furono parole, non ne occorrevano. Le persone che si conoscono davvero parlano con il silenzio. L’unica cosa che facemmo fu stringerci e piangere lacrime di gioia.
Come erano cresciute Vì e Babù, chissà quante cose avevano da raccontarmi… ma non era il momento dei ricordi, ora eravamo di nuovo insieme e questo era l’importante.
“Eccoti, allora hai accettato!” sentii la voce calda e sicura della strega migliore di tutti i tempi, Lilla dei Sentieri chiamata da tutti Lalla Tomelilla. La mia strega!
Era come sempre, con i suoi capelli intrecciati e candidi come la neve, e il suo vestito preferito, quello color prugna lungo e semplice. Volai verso di lei, e Tomelilla mi diede una carezza piena di affetto.
“Vieni, ti porto da Dalia e Cicero” disse la Strega della Luce.
“Sì,guarda che pancione ha la mamma!” esclamò scherzosamente Pervinca.
Ci dirigemmo verso la loro camera, dove trovammo Dalia sul letto e Cicero che la tranquillizzava. I dolori alla pancia dovevano essere molto forti.
Quando i due coniugi mi videro, si aprirono in uno dei sorrisi più belli che io abbia mai osservato.
“Bentornata, Felì” dissero all’unisono.
L’ossigeno che si respirava, non lo scorderò mai, era carico di sorrisi, di ricordi da far riaffiorare e di parole in attesa di essere dette. Ma per questo c’era ancora tempo, in quel momento volevo solo godermi la mia vita che ritornava ad essere tale.
Edited by _LadyMary_ - 31/12/2008, 18:38