Attrazione Fatale, ff gossip girl

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view post Posted on 26/2/2009, 11:32
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Questa fanfiction ha come protagonisti Chuck e Blair due dei cinque personaggi principali del telefilm Gossip Girl...spero che la storia sia di vostro gradimento ecco a voi il prologo...

Prologo

La vidi.
La vidi dopo cinque lunghi anni,e Dio..Dio quanto era bella. Il suo sguardo fiero,il suo portamento da snob e sopratutto i suoi bellissimi occhi fecero nascere dentro di me,nel mio stomaco quella sensazione che ormai da anni non sentivo più. Volavano leggere,ma allo stesso tempo erano un tormento...quelle farfalle che da anni avevo cercato di sopprimere illudendomi di esserci riuscito erano ritornate a danzare dentro di me,come se si fossero risvegliate da un lungo sonno.
Lei non mi vide,era troppo presa a sorridere e a rispondere alle domande che i giornalisti curiosi ponevano alla stilista più in voga del momento. L'unica domanda che mi venne lecita pormi fu "come mai Blair Waldorf aveva lasciato Parigi per tornare a Manhattan?" Ricordo perfettamente quello che mi disse Serena dopo aver parlato con Blair il giorno che tutto finì tra me e lei " Lascerà Manhattan,dice che ha bisogno di ripartire da zero e rifarsi una nuova vita e che non tornerà mai più qui ad Upper East Side"
E fu pensando questo che i nostri sguardi si incrociarono senza mai volersi staccare,gridandosi silenziosamente ciò che non si erano mai detti,e fu proprio guardandola negli occhi che capii che aveva dannatamente bisogno di aiuto.


Link dove commentare la ff

Edited by •QueenB - 26/2/2009, 13:52
 
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view post Posted on 26/2/2009, 18:28
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1°Capitolo

Mi versai dello scotch in un bicchiere,dire che ero nervoso era poco.
Sentivo che l'affare di oggi sarebbe andato malissimo,non avevo speranze con la Carter industries,da entrambe le parti non mai scorso buon sangue e queasta tregua..questo patto credo che non verrà mai accettato.
- Sigonor Bass..- Sharon la mia segretaria personale con un fisoco mozzafiato entrò all'interno del mio ufficio. I suoi lunghi capelli biondi le ricadevano sulle spalle edando al suo viso quell'aria sensuale a allo stesso tempo angelica per via dei suoi occhi azzurri. Quella gonna a tubino corta tre dita sopra al ginocchio le mettevano in risalto le sue gambe chilometriche e quella camicetta sbottonata,lo stretto necessario,per mostrare il suo decoltè prormpente la rendevano nell'insieme una ragazza che qualsiasi uomo avrebbe voluto portarsi a letto.
Io? Bhe io me la sono portata a letto più volte,e sinceramente vederla ora in quell'aspetto non mi faceva più lo stesso effetto di anni fa quando l'assunsi ed è per questo che la tengo ancora qui,in modo che almeno dal lavoro non venga più distratto da arrampicatrici sociali che pur di tenere il loro posto di lavoro sarebbero disposte ad aprire le gambe a tutti.
- Dimmi..- Le dissi senza voltarmi nel fissare il "panorama" di Manhattan dalla finestra del mio grattacielo.
- vostra sorella Serena è appena tornata a Manhattan dopo la sua vacanza a Milano e ha chiesto se poteva andarla a prendere lei dall'aereoporto..- Feci girare il ghiaccio all'interno del bicchiere in un senso orario della mia mano e diedi un sorso a quel liquido che subito diede alla mia gola un senso di bruciore ma di assuefazione dall'ansia.
- Manda un autista a prenderla tra tre ore ho una riunione e non posso andarla a prendere...- Dissi poi voltandomi verso di lei posando il bicchiere sulla scrivania
- Lo sa benissimo...ma ha chiesto che sia lei ad andarla a prendere ci tiene molto...- Sospirai rassegnato e guardai l'ora sul mio rolex da polso le 9.15...avevo poco tempo e le dissi
- Va bene..mi faccia preparare la limousine subito,non ho molto tempo...- Dissi frettolosamente mentre Sharon annuì e uscì dal mio studio.
Andai verso il cassetto della mia scrivania e presi all'interno di essa dei documenti che mi sarebbero serviti nel caso dall'aereoporto sarei dovuto andare immediatamente alla sala riunioni per il grande affare. Presi gli innumerevoli fogli e qualcosa di piccolo e rettangolare,cadde per terra...doveva essere una foto che presi e girai distrattamente per poi soffermarmi a guardarla meglio...sorrisi malinconico a rivedere la foto dove eravamo immortalati ai tempi del liceo io,Serena,Nate e...Blair,persi il sorriso non appena la vidi su quel pezzo di carta e non perchè vedendola potesse ricordarmi il male che mi aveva fatto..perchè chiariamo la faccenda sono stato io il bastardo a farla soffrire non lei.

FlashBack

5 years ago

Ero nel salotto di casa di Blair ad aspettarla,Dorota mi aveva fatto entrare ma mi aveva avvertito che Blair era fuori con quel Carter Bazier,quel dannatissimo stronzo aveva portato via la mia Blair e non lo dico in senso figurato perchè l'aveva portata a cena fuori o chissà dove,la Blair che conoscevo io ora non c'era più e questo solo per colpa sua.
- Signor Chuck vuole un te un caffè in attesa?- Mi disse Dorota vedendomi li ad aspettare da ormai un'ora e mezza,nei suoi occhi leggevo preoccupazione e non nei miei confronti ma in quelli di Blair,stava davvero prendendo una brutta strada e questo solo per quello stronzo.
- No Dorota tranquilla sto bene...- Dissi guardandomi intorno distrattamente. Una foto sul mobile rinchiusa in una cornice di legno in mogano mostrava Blair abbrcciata suo padre molto sorridente,poteva avere circa dodici anni,a quell'età già era considerata la stronza di Manhattan e sorrisi ripensando a un piccolo litigio che ebbe con Serena la quale le diceva "Nessuno vuole essere Blair Waldorf" e quest'ultima che le rispondeva pronta con il suo tono civettuolo " Nessuno può essere Blair Waldorf". Come darle torto,pensai quando il suono dell'ascensore mi riportò alla realtà..era tornata. Uscì da quell'ascensore vestita divinamente. Uno stretto abito a tubino nero di seta Valentino le aderiva alla perfezione al suo corpo paragonabile a quello di una divinità greca. I suoi boccoli incorniciavano quel viso da bambolina di porcellana che ormai adoravo da tempo. uando mi vide trasalì,non si aspettava di vedermi,Dorota neanche si avvicinò aveva forse intuito che doveva lasciarci parlare.
- Cosa ci fai qui? - Mi disse rivolgendomi il tono più astioso che si potesse ricevere sulla faccia della terra. Mi alzai in piedi raggiungendola lentamente,non avevo il mio comportamento da strafottente,ormai era inutile continuarloa farlo anche perchè questa non era l'occasione adatta a farlo.
- Devo parlarti..- Le dissi guardandola negli occhi,lessi nel suo sguardo mlle emozioni mescolate tra di loro dall'odio alla speranza,dalla delusione alla malinconia...come si sentisse non riuscivo a capirlo e ciò mi mandava in bestia perchè io ero sempre riuscito a capire Blair Waldorf.
- Ho solo cinque minuti dopo di che vorrei andare a dormire...- Mi disse fredda distaccata,come se tra di noi ci fosse un imponente muro difficile da abbattere,ma forse oltre quel muro avrebbe comunque potuto sentirmi e per questo che parlai.
- Blair...dove è finita la Blair che tutti conoscono? - Le chiesi preoccupato ero preoccupato per lei,ma lei abbassò lo sguardo epr poi rialzarlo.
- E' morta con il suo stupido amore...- Era chiaro che fosse una battuta a me,come potevo non biasimarla? Quando mi disse "ti amo" io le risposi con un patetico "che peccato.." per non parlare di tutte quelle volte che l'ho fatta soffrire perchè lei mi amava e io io ero stupido da respingerla...
- E conducendo una vita ignobile con Carter pensi che possa essere migliore la nuova Blair?...la tua nuova vita?- Le chiesi stavolta alzando il tono di voce,non seppi perchè lo feci ma mi venne automatico farlo. Non so eprchè mi sarei aspettato una lacrima o un tremolio nella sua voce davanti alla realtà...davanti al fatto compiuto,ma non fu così.
- Almeno non soffre per qualcuno...- Sospirò gelida più che mai,come se fosse senza un cuore,come se qui davanti a me ci fosse qualche essere inumano che poteva vivere senza un cuore,si avete presente i vampiri delle favole mitologiche? Bhe lei mi sembrava questo...una vampira senza cuore e senza sentimenti. - Chuck se sei venuto qui perchè ti dia un'altra possibilità sappi che non l'avrai ne hai avute fin troppe tu non fai parte di questa Blair,ne tu e ne nessun altro...-
- E di Serena? La tua migliore amica? - Fu solo qui che notai il suo labbro inferiore tremare appena,segno che o stavaper piangere o che comunque si sentiva in colpa per un'azione che presto avrebbe fatot nei suoi confronti...a quanto pare non del tutto la vecchia Blair era morta.
- Serena capirà...- Cosa avrebbe dovuto capire? Perchè parlava in modo così enigmatico,criptato? Non riuscivo a capirla dannazione...- Ora Chuck va via perfaovre non voglio avere più nulla a che fare con te,perfavore...se è la mia felicità che vuoi allora sparisci...- Me lo disse con tanata schietteza,guardandomi negli occhi senza neanche un abbassamento di voce,era davvero ciò che voleva? Per quella sera mi sarei arreso ma avrei continuato a lottare lottare per lei. Piano mi avvicinai a lei e le diedi un bacio sulla fronte,fu come baciare una statua di marmo...ferma e impassibile. Mi allontanai guardandola,ignaro del fatto che quella sarebbe stata l'ultima volta che l'avrei vista.

Fine Flashback
 
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view post Posted on 27/2/2009, 12:09
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2°Capitolo

La cosa più noiosa da fare quando si aspetta qualcuno che arrivi in ritardo,come nel caso di Serena,è osservare la gente in tutti i suoi gesti quotidiani.
E' da circa mezz'ora che di fronte a me ho una giovane donna vestita come se avesse svaligiato un mercatino delle pulci: una maglietta vecchia color marrone,dei jeans strappati al ginocchio leggermente larghi da sotto e scarpe da tennis nere con una suola decisamente consumata dal tempo. I suoi capelli erano raccolti in uno chignogne mal conciato e profonde occhiaia nere solcavano il suo viso dalla carnagione scura. A tre sedie di distanza invece sedeva un giovane uomo vestito invece come se avesse svaligiato un intero negozio Prada: Panataloni a taglio corto sul nero Prada,classica giacca e cravatta Prada e scarpe nere Prada che si abbinavano al tutto. Leggeva attentamente il New York Time,pagina economia,lo potevo giurare,bhe la stazza del grande uomo d'affari c'è l'ha non mi meraviglia che stia vedendo come procede il mercato finanziario. Accanto a lui una piccola bambina di cinque anni,da come era vestita sembrava la figlia di quell'uomo anche se non aveva molti tratti somatici simili al padre,anzi forse proprio nulla. Lunghi capelli boccolosi incorniciavano il suo piccolo viso dai tratti molto delicati: grandi occhi cerbiatto,labbra rosee e carnose e un piccolissimo naso alla francese. I suoi capelli boccolosi erano sormontati da un cerchietto blu che si abbinava alla perfezione con il suo vestitino blu stile bambolina di porcellana con collant bianchi di lanetta. Era seduta rigidamente,come se fosse una perfetta bambina di alti livelli,quasi mi ricordò Blair Waldorf a cinque anni. Mi venne da sorridere quando guardando attentamente le mie scarpe disse a suo padre
- Papà guarda anche tu hai quelle Jimmy Choo...- Fu allora che suo padre sollevò lo sguardo dal suo giornale per volgerlo prima alle mie scarpe e poi a me dandomi un leggero sorriso di circostanza che io ricambiai a mia volta per circostanza.
In quel momento sentii la voce di qualche receptioniste avvisare al megafono che il volo 513 Parigi-Manhattan era atterrato e che il volo 210 Milano-Manhattan era atterrato,alleluia finalmente Serena sarebbe arrivata,un altro minuto ancora li e sarei morto lo potevo giurare.
- Tu dici che la mamma mi ha portato un suo nuovo abito da Parigi? - Chiese poi la bambina nuovamente a suo padre,che non sembrò prestarle molta attenzione tanto da liquidare la sua domanda con
- Sai benissimo Fay che tua madre non disegna abiti per bambini,piuttosto mettiti il cappotto che devo lasciarti a tua madre,io devo sbrigare una faccenda prima...- La piccola Fay,era così che si chiamava,annuì delusa dalla risposta del padre e si alzò da quella sedia prendendo il suo piccolo cappottino e infilandoselo lentamente come a stare attenta a non rompere o scucire qualche pezzo di quel pregiato cappottino.
Mi alzai forse era meglio lasciare quella sala d'attesa e andare alle porte principali dell'aeroporto dove avrei trovato Serena.

Una miriade di giornalisti e paparazzi era piazzata di fronte le porte dell'aeroporto impedendomi di vedere se arrivasse o no Serena. Dannazione chi c'era di così importante da impedire a me Chuck Bass,importante erede dell'ereidtà Bass di vedere mia sorella?
E fu quando quelle porte si aprirono che sentii il nome di colei che non mi sarie mai aspettata di sentire.
- La signora Waldorf è arrivata...- Esclamò impaziente e famelico di notizie un giornalista non appena la vide entrare.
La vidi.
La vidi dopo cinque lunghi anni,e Dio..Dio quanto era bella. Il suo sguardo fiero,il suo portamento da snob e sopratutto i suoi bellissimi occhi fecero nascere dentro di me,nel mio stomaco quella sensazione che ormai da anni non sentivo più. Volavano leggere,ma allo stesso tempo erano un tormento...quelle farfalle che da anni avevo cercato di sopprimere illudendomi di esserci riuscito erano ritornate a danzare dentro di me,come se si fossero risvegliate da un lungo sonno.
Lei non mi vide,era troppo presa a sorridere e a rispondere alle domande che i giornalisti curiosi ponevano alla stilista più in voga del momento. L'unica domanda che mi venne lecita pormi fu "come mai Blair Waldorf aveva lasciato Parigi per tornare a Manhattan?" Ricordo perfettamente quello che mi disse Serena dopo aver parlato con Blair il giorno che tutto finì tra me e lei " Lascerà Manhattan,dice che ha bisogno di ripartire da zero e rifarsi una nuova vita e che non tornerà mai più qui ad Upper East Side"
E fu pensando questo che i nostri sguardi si incrociarono senza mai volersi staccare,gridandosi silenziosamente ciò che non si erano mai detti,e fu proprio guardandola negli occhi che capii che aveva dannatamente bisogno di aiuto.
-Signora Waldorf ci dica è qui a Manhattan per restare? - Un bodygard strattonò appena tutti quei giornalisti lasciando passare Blair che dire che era assalita da tutti quei flash accecanti dei paparazzi era poco. Quando finalmente superò quella schiera sospirò aggiustandosi il suo cappotto Chanel. Stava per rivolgermi un altro sguardo quando la bambina di prima le corse incontro gridando gioiosa
- Mamma sei arrivata finalmente! - Disse la piccola allargando le braccia pronta per essere accolta tra le braccia della mamma.
- Piccolina mi sei mancata..- le disse tneramente lei prendendola in braccio e dandole un bacio sulla fronte.
Non potevo descrivere la mia espressione tra lo stupito e lo schoccato,Blair era una mamma? Quella era sua figlia? Mille domande mi frullarono per la testa e in quel momento trovarono immediatamente risposta dinnanzi ai fatti che di fronte ai miei occhi si mostravano.
- Ehi Chuck...pianeta Terra chiama Chuck Bass? -Una voce mi riportò alla realtà,mi voltai e vidi Serena che mi guardava tra il confuso e il sorpreso.
- Chuck ma che ti prende? - Mi disse lei ridendo come se fossi diventato un pazzo,si voltò così istintivamente verso la parte dove prima io stavo guardando e anche lei assunse la mia stessa espressione. Stavolta accanto a Blair c'era quell'uomo che manteneva le distanze da Blair,non riuscii a cpaire cosa si dissero ma sicuramente non era qualcosa di molto felice,lo potevo percepire dalle loro faccie. Vidi Blair scuotere la testa nello stesso momento in cui quell'uomo poi si voltò per andare verso l'uscita dall'aereoporto.
- E' tornata! - Esclamò poi con un sorriso felice volgendosi verso di me .- Chuck è tornata! - Mi disse euforica,contenta - Vieni andiamo a slautarla! - Mi disse lei felicissima. Andare da Blair? Potesse passarmi un carroarmato sopra non andrò più da lei mai più.
- Ho un colloquio di lavoro tra circa mezz'ora e per i miei calcoli di orario sono già in ritardo...ora se tu vuoi andarla a salutare va pure,ma io non rimarrò qui ad aspettarti,quindi decidi o te la vedi da sola come tornare o ora vieni con me e saluterai...da sola...- e specificai quel da sola lentamente - Blair.- Lei mi guardò stupita e scosse la testa
- Credevo ti mancasse...- Mi disse lei guardandomi e io a mia volta scoppiai a ridere.
- Andiamo Serena credi ancora che dopo cinque anni possa mancarmi? - Scossi la testa mentendo persino a me stesso,ma a pensarci bene non stavo mentendo. Perchè mai dovevo mentire in cinque anni non l'avevo pensata più avevo condotto la mia felice vita da scapolo senza minimamente pensare a Blair Waldorf. - Il mio amore per Blair è morto cinque anni fa...- le dissi guardandola - Immagino però che la tua amicizia per lei sia persistita e durata nel tempo e non posso impedirti di andarla a salutare...quindi va da lei vorrà dire che sarà lei ad accompagnarti...- Le dissi poi guardando l'ora - scusami sono in ritardo ora ci vediamo nel pomeriggio...- Le dissi dandole poi un bacio sulla guancia - Ah che sbadato bentornata a Mnahattan sorellina...- Le dissi volgendole un sorriso come se nulla fosse e mi voltai pronto ad usicre da quel dannato aereoporto,sentii gridarmi alle spalle
- Scappa...scappa come sempre Chuck Bass ormai sai fare solo quello! - La voce di Serena echeggiò fino a che non uscii da quella prigione dei sensi.
Solo il vento gelido sul mio viso mi diede nuovamente un senso di pace come a liberarmi da tutte quelle oppressioni di qualche minuto fa. Mi allentai appena il nodino della cravatta e poi subito pronto adai verso la mia limo e salendo all'interno di essa il dannatissimo ricordo di quella sera dopo il vicrtrola ritornò alla mia mente.

Flashback

- Grazie per il passaggio...- Mi disse voltando il suo bel viso verso di me,mentre i miei occhi avevano ancora dinnanzi a se il suo spogliarello sensuale e provocante.
- Eri...fantastica sul palco...- Le dissi ancora trasognato volgendo poi il mio sguardo verso di lei. I nostri occhi si specchiarono gli uni negli altri e lei così bella in quella sua sottoveste di seta si avvicinò a me annullando tutte le distanze tra di noi
- Sei sicura? - Le chiesi prevedendo ciò che avesse in mente di fare,la razionale Blair non avrebbe mai fatto ciò che stava per fare: perdere la sua verginità con Chuck Bass. Era sempre stato Nate il suo principe azzurro ed era con lui che voleva avere dei figli e sposarsi,anche se quest'ultimo era troppo preso dalla sua migliore amica. E pensando questo le nostre labbra come delle calamite si attrassero l'una verso l'altra. La strinsi sempre di più a me e quel bacio da delicato che fu divenne sempre più intenso,passionale,fu l'inizio di quella notte di sesso,all'interno di questa limo.

Fine Flashback

- Alla Bass industries...- Dissi all'autista,dopo essermi ripreso da quel dannatissimo ricordo. Era stato solo un picoclo ricordo nulla di più,caèitano i ricordi no? non per questo significa che Blair conti qualcosa per me...lei non conta più nulla per me. Mi ripetei nella testa guardando fuori da quel finestrino della limo.
 
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view post Posted on 27/2/2009, 20:41
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3°Capitolo

Gongolavo,dentro gongolavo.
L'affare era andato alla grande e la stretta di mano finale con tanto di lode per come dirigessi l'azienda fu la ciliegina sulla torta.
La sala riunioni era completamente vuota e io stavo riaggiustando tutti i vari fogli e documenti con tanto di percentuali e statistiche su di essi. Ad un tratto il bussare leggero sulla porta mi fece distogliere lo sguardo da quei fogli per poi posarlo verso la porta dove affianco ad essa vi trovai Serena.
- Immagino che l'affare sia andato bene...- Mi disse lei - Niente alcol che ti accompagna,niente musone...sei sollevato...e contento. - Disse lei terminando il suo discorso con un sorriso il quale ricambiai con un altro altrettanto felice.
- Il signor Carter mi ha anche detto che so concludere affari meglio di mio padre...e ciò non poteva che rendermi più felice...- Le dissi poi tornando ad aggiustare i fogli,temevo che ora mi avrebbe parlato di lei e forse mostrandole di essere impegnato mi avrebbe lasciato in pace.
- Sta bene...- Disse lei sospirando,sollevai leggermente lo sguardo verso di lei,il suo tono di voce non mi convinceva,troppo basso e sommesso. - è quello che ha detto ma è chiaro che non el ho creduto...- Mi disse e io ritornai a guardare quei fogli che ormai erano perfettamente ordinati ma che io ri disordinai mostrandole che avevo ancora da fare e che l'argomento non mi interessava.
- Con la bambina alloggerà al Palace,perchè quando lei partì come ben sai vendette la sua casa e ora sai che è diventata uno squallidissimo ritrovo per battone a momenti...- Disse lei strabuzzando gli occhi,io rimasi nel mio silenzio...non volevo che continuasse ma allo stesso tempo ero curioso di sapere il resto.
- E io cosa dovrei fare? - Le chiesi poi guardandola in faccia,ero freddo e distaccato cosa potevo fare alla fine? Comunque non mi voleva anni fa nella sua vita perchè dovrebbe volermi ora che da come racocnta la stampa la sua vita va a gonfie vele,o almeno nel lavoro è così.
- Parlale Chuck...- Mi implorò lei venendo verso di me. Scossi la testa ridendo nervosamente
- Parlarle? L'ultima volta hai visto come è andata...Blair è abbastanza adulta e vaccinata per sbrigarsi da sola i suoi problemi,non ha bisogno di nessun aiuto...- Le dissi prendendo poi i fogli e mettendomeli sotto al braccio - Serena vuoi fare l'amica di Blair? Valla a trovare,se ha problemi che lei non vuol dirti e tu vuoi risolverli fai pure...ma non mettermi in mezzo non voglio più avere niente a che fare con lei..- Guardai l'ora sull'orologio a uro della slaa riunioni - e ora scusami ho un'affare importante da festeggiare...- Le dissi avviandomi verso la porta ma il suo tono di accusa mi fece fermare.
- Vuoi dirmi che se Blair avesse un grossissimo problema e fosse molto rischioso anche per lei stessa tu non l'aiuteresti? La lasceresti logorare nel suo problema portandola nel baratro più profondo...?- Voleva colpirmi,stava cercando il Chuck che per Blair avrebbe passato mari e monti,avrebbe fatto di tutto...
- Ci sei tu non è sola...- Ma quel Chuck non doveva esserci più,mai più.
- E se fossi tu la sua ancora di salvezza - A quelle aprole esitai prima di rispondere e dopo qualche minuto mi voltai verso di lei dicendole
- Allora la sua ancora non sarà sufficente a reggere tutto il peso di una nave...- Le dissi e dicendo ciò mi voltai uscendo da quella sala,se la sarebbe cavata qualunque sarebbe stato il suo problema,lei era Blair Waldorf i problemi se li risolveva sempre da sola.

il giorno dopo ore 10.00

- Chuck ho un'idea..- Serena entrò immediatamente all'interno del mio ufficio in casa mia. La guardai con un sopracciglio alzato
-Ossia? - Le chiesi lasciando li i fogli e guardandola curioso,chissà cosa aveva macchinato ora il suo cervelletto.
- E' ormai chiaro che Upper East Side non ha una festa meritevole dal tempo del liceo...e avevo pensato di orgnaizzarne una..- Mi disse lei sorridente,risi per il suo tentativo di farmi incontrare con Blair,perchè si sa che con Blair nei paraggi a Serena piace organizzare feste e al liceo a momenti se ne organizzavano una al giorno per un qualunque futile motivo.
- Serena no...è questa la mia risposta...- Conclusi con un sorriso soddisfatto sul volto della serie " non cascherò al tuo trucchetto.."
- Oh andiamo Chuck io voglio una festa! Dai perfavore...prometto che per te ci saranno un sacco di donne,alcol e tutto ciò che vuoi,ma necessito di divertirmi seriamente...sai che le feste per me sono tutto...- Mi scongiurò lei,la guardai e sospirai
- Serena se è il tuo tentativo di farmi incontrare con Blair sappi che è davvero pessimo...-Le dissi guardandola
- Blair? - Disse lei con aria innocente come se non ci avesse pensato prima,come se se ne fosse dimenticata...- ma io non ho nominato Blair,ma come vedo è nei tuoi pensieri o sbaglio? - Mi disse lei facendo la faccia innocente ma con un sorriso che stavolta dichiarava la sua di vittoria.
- Io non stavo pensando a lei,dal momento che lei è in città allora pensavo che volessi organizzare una festa per quel motivo...- Le spiegai arrampicandomi sugli specchi,anche se era la verità quella.
- Ora che mi ci fai pensare che festa è senza Blair Waldorf? - Mi chiese lei guardandomi
- Veramente un tempo si usava dire che festa era senza Chuck Bass,ero anche io che movimentavo le sue feste...allietavo i piaceri delle sue giovani amiche..senza me le sue feste sarebbero state un fiasco...- Le dissi io,punto nell'orgoglio? Assolutamente no era un dato di fatto.
- Ma senza le feste orgnizzate dalla mente ingeniosa di Blair Waldorf tu non saresti riuscito a diventare famoso per il detto " Che festa è senza Chuck Bass"...in conclusione perchè una festa sia come dire perfetta...ci vogliono Chuck e Blair...quindi la chiamerò e qui orgnizzeremo la festa del secolo...- Disse gioiosa guardandosi intorno
- Peccato che dimentichi un dettaglio...questa è casa mia ora...ricordi tu stessa in persona "oh per quanto viaggio questa casa è ufficialmente tutta tua...purchè quando vengo non mi fai appoggiare qui"e decido io se dare o non dare feste...- Le dissi vittorioso guardandola in viso,stavolta avevo nuovamente vinto io.
-Giusto...ma il mitico proverbio latino dice "verba volannt scripta manet" Tradotto ai giorni d'oggi le parole volano gli scritti restano...e gli scritti attestano che questa casa essendo la casa ufficiale della famiglia Van Der Woodsen è al 75% mia quindi ciò che ti dissi tempo fa non vale...- Mi disse sorridendo trionfante,aveva vinto dannazione aveva vinto...serrai la mascella guardandola come a volerla uccidere con lo sguardo
- Su con la vita Chuck Bass...è così bella goditi le tue vittorie una semplice sconfitta non determina la vittoria di una guerra..- Mi disse come a incoragiarmi,per lei era questa vittoria di questa semplice battaglia a determinare la fine di questa "guerra" appunto con la sua vittoria. Sospirai abbandonandomi sulla poltrona domani sera sarebbe stata la festa più imbarazzante e terribile della mia vita...pensai.
 
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view post Posted on 28/2/2009, 20:09
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4°Capitolo

Ero tornato a casa dopo essere stato fuori casa tutto il giorno.
Non volevo vederla,o meglio forse temevo di vederla e di non rispondere dlele mie azioni che forse sarebbero state positive..o forse negative.
A quest'ora sicuramente Blair aveva lasciato acasa per andare nella sua stanza d'albergo a prepararsi per il grande evento,e io sarei potuto andare nella mia camera da letto a bere qualche bicchiere di wiscki e prepararmi per quella dannatissima festa,dove avrei fatto la mia comparsa prima del suo arrivo,in modo che tutti gli invitati mi avessero visto e avrebbero immaginato che fossi andato a chiudermi in camera con qualche ragazza. Come i vecchi tempi d'altronde,e io anche quella sera sarei riuscito a non vedere Blair Waldorf.
Come aprii la porta di quella casa il profumo che emanava l'abitazione mi atterrì. Chanel n°5 con misto di odore alla vaniglia. Era l'odore di Blair,della pelle di Blair. Tutta la sala principale era stata decorata nel migliore dei modi e ovviamente,qui si notava il tocco di decorazioni di Blair,su quasi ogni mobiletto c'era un vaso di ortensie.
- Chuck! - Esclamò Serena venendomi incontro raggiante,neanche mi diede il tempo di replicare che mi disse - che te ne pare? - Chiese entusiasta guardandosi intorno e ammirando tutto il lavoro fatto.
- Carino..- liquidai subito appenendo il mio cappotto all'appendi abiti. Sentii il sospiro scocciato di Serena
- L'avevo detto a Blair di non mettere troppe ortensie...- Disse poi guardandosi intorno storcendo un labbro.
- Bhe in effetti la sala principale sembra una serra...ma penso che il mio giudizio sia superfluo...- Le dissi avviandomi verso il mio ufficio personale pronto chiudermi dentro e non uscire almeno per la prossima mezz'ora.
- Dove credi di andare? - Mi disse lei in tono di rimprovero,come se non mi fosse concesso andare dove ogni santo giorno andavo.
- Nel mio ufficio? - Chiesi io guardandola confuso.
- Niente ufficio...devi andare in camera tua a prepararti perchè la festa è tra due ore...- Mi disse lei incorciando le braccia al petto.
- Non sono una ragazza Serena,mi basta anche un'oretta per essere pronto..- Le disis sospirando ritornando sui miei passi.
- Oh va bene fai come vuoi...- Disse lei sbuffando rassegnata sentendola brontolare qualcosa senza nesusn significato,mentre sentii i suoi tacchi dirigersi verso la sua stanza.

Davanti al mio specchio ora accuratamente legavo il mio papillon nero. Quel giorno era la quinta volta che lo slacciavo e lo rimettevo proprio non ne voleva sapere di stare dritto. Sbuffai ritogliendomelo e gettandolo nervosamente sul letto.
- Io cambierei direttamente papillon...- Mi irrigidii non appena sentii una voce a me troppo famigliare,era la sua voce...la sua candida e delicata voce. Avevo organizzato mentalmente il mio piano perfetto pur di non affrontarla e invece che faceva ora? Era lei a venire da me nella mia camera da letto?
Mi voltai lentamente e subito rimasi esterefatto da quanto fosse magnifica quella sera. Un lungo abito rosso Valentino corto al ginocchio scivolava morbido sul suo corpo. La sua schiena era completamente scoperta dando quel tocco di sensualità a quell'abito. I capelli erano raccolti in una semi coda e ribelli boccoli le ricadevano un pò sul viso e un pò sulle spalle. Il trucco del suo viso le dava una luce mai vista in nessuna fino ad allora. Era come se quella luce fosse la luce personale quella di Blair Waldorf e che nessuna ragazza possedeva tranne lei. Fu solo dopo averla contemplata così a lungo che parlai.
- Che ci fai qui? - Le chiesi restando li fermo ed immobile. Lei abbassò lo sguardo per poi rialzarlo
- Bhe avendo organizzato la festa dovevo esserci no? - Mi chiese lei con un sorriso dolce,messo in risalto da quel tocco di rossetto che rendeva le sue labbra così seducenti da essere per le mie labbra,per il mio completo essere,una vera e propria attrazione fatale.
- Blair hai capito la mia domanda...intendo qui a Manhattan...- Le dissi mettendomi le mani nelle tasche e continuando a guardarla in quella lunga distanza che ci separava. Fu in quel momento che lei si avvicinò a me lentamente come se avesse paura che la potessi spingere bruscamente.
- Per lavoro...devo chiudere un'affare di moda...- Mi disse lei mordendosi quel labbro inferiore che da ormai minuti le mie labbra avevano voglia di baciare. Era chiaro però che mi stesse mentendo,quel gesto di torturarsi quel labbro era segno che stesse mentendo.
- Non ti credo...- Le dissi. E in quel momento le mie gambe si mossero verso di lei,era come se non riuscissi a comandarle tanto era la voglia che avevano di raggiungerla.
- E' la verità invece...- Mi disse poi alzando lo sguardo verso di me che ormai ero vicino a lei.
- No..menti..- Le dissi io con un leggero sorriso sul mio volto. Lei serrò le labbra e per un momento rividi davanti a me la vecchia Blair stizzita e un ghigno comaprve sul mio volto non appena notai la sua espressione.
- La smetti di contraddirmi ho detot che è la verità...perchè mai se no dovrei essere qui? - Mi chiese lei poggiandosi una mano sul fianco,e Dio quanto era sexy in quella posizione e ve lo posso giurare,per poco tempo avrei resistito ancora alla tentazione di saltarle addosso.
- Perchè con tuo marito non va più come prima e che senti la necessità di sentirti..- Avvcinai il mio viso verso lei e le mie labbra arrivarono fino al suo orecchio. Chiusi gli occhi per un attimo insipirando il suo profumo Chanel,poi tornando a ciò che stavo dicendo le sussurrai all'orecchio - più libera...? - E piano allontanai il mio viso da lei con quel sorrisetto sghembo che mi contraddistingue,non potevo farci nulla Blair era li più bella che mai concedetemi almeno di giocare con lei...tanto non ci sarei andato a letto con lei.
- La mia vita con mio marito va benissimo...non so neanche come ti saltino in testa certe idee stupide ...- Le sue parole risuonavano così veloci nella mia testa che a stento capii bene quello che disse.
- Io sto bene e sono molto libera...- Concluse lei guardandomi con quel suo tono civettuolo. Un ennesimo ghigno comparve sul mio volto..e le girai intorno arrivando alle sue spalle e nuovamente le sussurrai all'orecchio
- Vuoi dirmi che con Mr Prada la tua vita...va alla perfezione? - Le sussurrai accarezzandole con un dito il suo braccio - vuoi dirmi che quando lo fai con lui è come la nostra ultima volta cinque anni fa? - E fu proprio in quel momento che quei ricordi affiorarono la mia mente,di quel giorno prima del nostro ultimo incontro,enlla mia suite.

Flashback

5 years ago

Dovevo,dovevo trovare un modo per distruggere quel Carter.
Pensai crogiolando la mia mente seduto sul divano di quella suite..ma cosa cosa potevo fare? Pensai mentre mi alzai preparandomi un bicchiere di scotch,ad un tratto sentii qualcuno bussare la porta,sbuffai...solito servizio in camera. Andai verso la porta e quando l'aprii mi ritrovai Blair di fronte a me. La guardai sorpreso e non potei non soffermarmi a guardare le sue gambe coperte solo da una minigonna blu...sopra indossava un cappottino nero completamente aperto che mi lasciava tranquillamente vedere la sua camicia non abbottonata fino all'ultimo bottone,come suo solito,ma almeno tre bottoni erano sbottonati lasciandomi intravedere parte del suo reggiseno in pizzo beije...vedendola così era per me l'invito più peccaminoso ed eccitante che io Chuck Bass potessi mai aver ricevuto.
- Posso entrare? - Mi chiese lei ad un tratto risvegliandomi dalle mia perfetta immagine di lei contro il muro e io che..bhe immaginate il resto
- Si..entra...- Le dissi poi lentamente guardandola ancora una votla e facendola entrare chiudendomi la porta alle spalle. - Che ci fai qui...? - Le chiesi poi guardandola ancora una volta. Lei mi guardò e in quegli occhi non vidi la Blair di sempre,ma in quel momento vi posso giurare che non me ne fregò più di tanto. Ciò che volevo in quel momento era amarla fino allo sfinimento e passare una notte di puro sesso con lei.
Si tolse il cappotto e avanzò verso di me
- Ricordi la prima volta che hai visto la vera me? - Mi chiese lei avanzando come una posseudta verso di me,e quella parte di lei dovevo ammettere che mi spaventava ma allo stesso tempo mi eccitava dannatamente. Senza accorgermene ero quasi vicino al muro e lei con una leggera spinta e il peso del suo corpo mi spinse completamente contro di esso.
- Prendimi ora...- Mi sussurrò e senza neanche darmi l'occasione di replicare,non che ce ne fosse stata,mi baciò. Ricambiai quel bacio con foga,passione e intensità..stringendola sempre più a me..intuile starvi a dire ciò che successo provate a immaginarlo da soli.

Fine Flashback

Questo fu ciò che accadde quella notte.
Lei si allontanò da me guardandomi come una furia
- Non sei cambiato per nulla...sei il solito pervertito! - Esclamò eli stizzita dandomi una spinta per passare. Un sorrisetto beffardo comparve sul mio volto mentre la sentii uscire dalla mia stanza,ero certo per mia fortuna che la Blair che vidi in quel periodo era morta e sempolta e che la Blair di sempre era più forte che mai.

 
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view post Posted on 1/3/2009, 13:39
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5°Capitolo

Quando scesi di sotto non mi meravigliò vederla parlare,o meglio vantarsi con Penelope ed Is,che la guardavano ammirandola e come al solito elogiandola,temevano ancora l'ex adolescente Blair Waldorf? Pensai Quando subito mi sentii una mano sulla spalla,una mano amica e non era quella di Serena
- Continui ancora a guardartela dal tuo angolino senza fare nulla Bass? - Era la voce di Nate,cavoli era tantissimo tempo che non ci vedevamo. Mi voltai sorridente e lo abbracciai
- Nate Archibald qual buon vento! - Gli disis poi allontanandomi da lui sorridente,l'ultima volta che l'avevo visto fu tre anni fa a New York..era li ora che viveva insieme a Vanessa,cosa ci avrà mai trovato in quella un giorno me lo dovrà spiegare.
- Troppo impegnato con gli affari eh Bass per venire a trovare il tuo migliore amico...- Mi disse lui con un accento di scherzo,ma sapevo che comunque un fondo di verità nelle sue parole c'era,ma almeno lo chiamavo quasi sempre.
- Bhe ma sai che comunque le chiamate non mancavano mai...anche se duravano all'incirca dieci minuti...- dissi ridacchiando appena
- Ma comunque sono qui per restare...- Sospirò e poi disse - Io e Vanessa ci siamo lasciati un mese fa...- In quel momento per quanto potessi essere felice per lui da un lato,quella zella non poteva stare con un tipo come Nate,da un lato mi dispiaceva perchè sapevo quanto ci tenesse a lei.
- Bhe Manhattan è grande..di donne ce ne sono...come sempre ti indiirizzerò verso il modo migliore per fartela scordare...- Dissi ridacchiando
- Niente donne Chuck...o meglio se proprio ne devo trovare una deve essere quella giusta..- Al che scoppiaia ridere io rumorosamente
- Non sono capce di trovarla per me figuriamoci per te...- D'altronde era comunque vero non ero ancora stato capce di sposarmi o di trovare come minimo una compagna
- Ma tu c'è l'hai sotto i tuoi occhi e te la lasci sfuggire come sempre...- Mi disse lui guardando verso Blair e poi rivolgendosi a me. Stetti zitto senza dire nulla e presi poi un bicchiere di Martini poggiato su un vassoio vicino a un tavolino accanto a noi
- Non voleva stare con me anni fa...- Gli disis sorseggiando il martini per poi continuare dicendo - e poi è sposata e ha una figlia...- terminai guardando verso Blair e continuando a sorseggiare il martini.
- Come? - Mi chiese lui sorpreso,mi guardò e disse - Blair ha una figlia? - Mi disse lui incredulo e io lo guardai rispondendo
- Una bambina identica a lei...immagina Blair a cinque anni e per nulla assomiglia a suo padre...- Dissi per poi vedere che si stava avvicinando a noi Serena tutta sorridente.
- Nate! - Esclamò lei guardandolo e abbracciandolo,in quel momento notai Nate chiudere impercittibilmente gli occhi e sorridere..sorridere solo nel modo in cui sorrideva a Serena. Per quanto avesse potuto provare qualcosa per Vanessa e in passato provare qualcosa per Blair era Serena la ragazza che lui amava anche se non lo ametteva perchè a mio èparere neanche lui lo sapeva.
- Serena...quanto tempo come stai?- Gli chiese lui sorridente. Interruppi i due per un secondo dicendo
- Io vado a riempirmi il bicchiere a dopo...- Dissi poi a Nate lasciando i due liberi di parlare.

Ero fuori al giardino della villa a prendere una boccata d'aria. Blair era come sparita nel nulla,ma ad un tratto sentii proprio la sua voce. Palrava con qualcuno al telefono,così mi nascosi dietro un muretto e origliai la chiamata.
- Michael io non riesco ad andare più avanti così...questi due mesi di separazione ci hanno fatto bene...e ho capito che è meglio chiedere la separazione...- La sentii sospirare e stare a lungo in silenzio,Blair Waldorf chiedeva il divorzio? Dovevo sapere di più su di lei...e su questo Michael..
- Il fatto Michael che da ormai un anno tra me e te non va più...tu non ci sei mai io resto sempre sola con Fay e quando ci sei non facciamo altro che litigare e io sono stanca di tutto...- Esitò prima di continuare e disse - comunque ora devo chiudere ne parliamo meglio domani...buonanotte..- disse poi lei e chiuse la chiamata. E fu in quel momento che io uscii da dove ero nascosto,facendola sobbalzare ma non volutamente.
- Dio Chuck mi hai fatto paura...- Mi disse lei mettendosi una mano sul petto.Poi dopo essersi ripresa mi guardò e io a mia volta le dissi
- E andava tutto bene con tuo marito...- Le dissi io guardandola ironico. Lei mi guardò e serrò le labbra guardando altrove.
- Cosa dovevo dirti che mi sto per separare? - Disse lei guardando in un punto non definito,pur di non incrociare il mio sguardo.
- Bhe almeno avresti detto la verità...- Le dissi io guardandola in volto anche se lei si ostentava a non volermi guardare negli occhi,come se avesse paura che potessi scoprire qualcosa che nascondeva.
- E da quando ti interessa sapere la verità?- Disse poi incrociando le braccia al petto e abbassando lo sguardo
- Da quando tu sei ritornata a Manhattan dopo cinque anni...- Le dissi sopriando.
- Te l'ho detto perchè sono tornata...per lavoro...- Mi disse poi guardandomi di sfuggita negli occhi.
- Certo...e io dovrei crederti? - Le chiesi ridacchiando ironicamente. Lei mi guardò e disse
- E' la verità vuoi credermi credimi...non vuoi credermi non credermi..- Mi disse lei stizzita passandomi di fianco pronta nuovamente per lasciarmi li. Ma stavolta la bloccai per un braccio costringendola a voltarsi. I nostri volti erano vicini,troppo vicini per permettere a entrambi lucidità nelle azioni. Senza neanche esitare un momento posai le mie labbra sulle sue mollando la presa del braccio ma pronto subito a stringerla contro il mio petto annullando tutte le distanze. Sentii le sue mani posarsi lentamente sul mio petto ricambiando quel bacio..ma dopo appena un minuto lei mi spinse lentamente costringendomi ad allontanarmi da lei. La guardai in volto il rossetto appena sbavato,il respiro affannato...i suoi occhi famelici di qualcosa la stessa cosa che sicuramente volevo anche io..la desideravo..
- Devo andare...- Mi disse poi a mia sorpresa,mi guardò un ultima volta e a passo svelto si diresse verso la grande villa sicuramente pronta per prendere le sue cose e andare via. Mi aveva respinto ancora una volta,ma contro la sua volontà stavolta...e sicuro che domani l'avrei ritrovata in città per quella sera la lasciai andare consapevole del fatto che l'indomani mattina avrei fatto di tutto per scoprire tutto sulla sua nuova vita.
 
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view post Posted on 3/3/2009, 21:13
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6°Capitolo

Il mattino seguente mi ero svegliato di buon ora. Prima di mettermi sulle traccie di Blair avevo voglia di fare due passi per il parco.
Faceva freddo quel giorno. Bhe era il 16 dicembre e questo periodo qui a Manhattan è sempre così gelido.
Ma io chiuso nel mio caldo cappotto Monclair con guanti di pelle e sciarpetta di lanetta ero a posto. Quella sembrava una giornata all'apparenza tristissima: troppo freddo,alberi senza una foglia e cielo per nulla azzurro,sembrava lo scenario di un film che si presentava essere di paura. Ma l'allegreia di alcuni bambini che giocavano a rincorrersi rendevano lo scenraio più piacevole e divertente. E invece li da sola seduta su un altalena c'era la piccola bambina di Blair,ciò voleva dire che anche lei era qui! Pensai notando subito poi Blair che spingeva l'altalena della piccola mentre quest'ultima sorridendo giosamente gridava
- Più forte! -
Mi venne da sorridere nel vedere quella scena,non mi sarei mai aimmaginato nella mia vita di vedere una Blair mamma. L'aveva sempre voluto essere,questo si,ma sapete mi immaginavo una Blair tutta griffe che trattava sua figlia con freddezza e la lasciava crescere da una badante..insomma mi aspettavo una Eleanor Waldorf tutta lavoro e lavoro e mai un pò di tempo a dedicare a sua figlia.
Quando poi fui di fronte a loro Blair immediatamente spinse di spingere quell'altalena come se fosse sorpresa di vedermi. Bhe dovrebbe farci l'abitudine dal momento che vivo qui e proprio ieri ci siamo scambiati un bacio per nulla indifferente.
- Mamma il ragazzo delle Jimmy Choo! - Esclamò la piccola bambina indicandomi. Ridacchiai appena avvicinandomi alla piccola bambina...piano la osservai negli occhi
- Oggi sono Mark Jacobs...- Dissi ridendo riferendomi alle mie scarpe...quella bambina aveva qualcosa di famigliare,assomigliava si dannatamente a Blair ma era un misto..un misto con qualcuno che a me era famigliare. Quello sguardo: intenso,profondo...di certo non della madre che era delicato.
- Oh io adoro Mark Jacobs! Anche mia madre le usa...vedi ad esempio anche lei oggi porta Mark Jacobs...evidentemente entrambi avete gusto!- Esclamò poi la bambina sorridente. Ma subito sentii Blair che prendendo in braccio sua figlia mi guardò senza dire nulla...
- Tua madre nell'ultimo periodo pare aver cambiato completamente gusti e posso assicurarti che non sono dei migliori...- Dissi io poi guardandola con un sorrisetto - anche se da ieri diciamo è forse ritornata sulla retta via...- Dissi poi con un ghigno strafottente,quello che sapevo Blair adorava ma allo stesso tempo disprezzava per quanto lo potesse odiare ogni qualvolta che le volevo dare sui nervi usando quel ghigno.
- I gusti sono sempre gli stessi...è ieri che ho avuto un attimo di poca lucidità...che schifo! - Esclamò lei con uan smorfia..mentre la piccola Fay ora ci guardava a dir poco interrogativi.
- Non sembrava così ieri sera...- Continuai provocandola ancora una volta con il mio sorrisino. E in quel momento Fay rise di gusto,si voltò con il suo candido viso verso sua madre e mi divertì tantissimo il suo piccolo ghigno
- Ecco perchè ieri eri come dire avevi gli occhi che ti brillavano dalla felicità...- Blair guardò la figlia come a volerla fulminare.
- Non è vero...e levatevi entrambi quel ghigno dalla faccia che mi sta dando sui nervi..- Commentò lei stizzita. Ah quanto l'adoravo quando faceva così...ogni qual volta che si innervosiva era sempre più sexy,bella ed eccitante.
- Oh mamma c'è Michael e Erik! - Esclamò labambina ad un tratto e vidi Blair guardare nella direzione di Fay
- Sei qui da due giorni e già conosci qualcuno? - Chiese lei confusa e la bambina come a volerlo puntualizzare disse
- Bhe ci vivrò a lungo qui...no? Tanto vale iniziare a far capire chi comanda...lo vedi Michael sarà il mio ragazzo già lo so..e sicuramente tutto andrà bene e ci sposeremo..- Al che scoppiammo io e Blair a ridere,ragionava persino come Blair a cinque anni.
- Peccato che poi sarà Erik il ragazzo per cui perderai la testa nella tua adolescenza...e di cui ti innamorerai...- lei mi guardò e rise di gusto
- Ma chi del pervertito? Non sia mai! - Esclamò lei quando poi Blair stavolta rise piano come a non volersi far vedere da me,potevo giurarlo sicuramente pensava anche lei lo stesso di me a cinque anni. Fece scendere la sua piccola Fay da in braccio e quest'ultima con la classe e l'eleganza della madre raggiunse i suoi amici..finchè ancora una volta io e Blair rimanemmo da soli.
- Non farà la mia fine...- commentò poi lei guardandomi con un leggero sorriso. - Otterrà ciò che vorrà senza doversi distruggere la vita..- Disse poi guardando per terra perdendo del tutto quel leggero sorriso che aveva sul volto.
- Perchè io ti ho distrutto la vita? - Chiesi poi guardandola seriamente,forse l'avevo fatta soffrire...ma non credo le avessi distrutto la vita.
- No...anzi io mi faccio persino schifo per quello che ho fatto in questi cinque anni...- Disse lei guardandomi colpevole di aver fatto qualcosa...
- E ciò ti ha rovinato la vita...? - Chiesi ma lei subito prontamente scosse la testa
No Fay è stata la cosa positiva che è avvenuto nel rapporto...- La guardai confusa e le dissi
- Forse e meglio sederci...ed è ora che tu mi dica la verità..- Lei scosse la testa e una lacrima rigò il suo viso.
- Mi odieresti...- Disse asciugandosi rapidamente quella lacrima...ma io subito mi avvicinai a lei e le dissi
- Bhe tu l'hai fatto per anni non ti pare che ora sia arrivato anche il mio momento...- Commentai ridacchiando per rompere quel ghiaccio ma lei non rise neanche a sforzarsi...fu così che capii che doveva essere qualcosa di serio.
- Ma è ora che tu sappia la verità...non è mai troppo tardi..- Disse lei e insieme subito ci dirigemmo verso quella panchina che sarebbe stata la panchina della grande confessione.
 
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view post Posted on 5/3/2009, 21:09
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7°Capitolo

Quel discorso mi aveva schoccato...dentro di me un misto di rabbia e stupore,sorpresa.
- Fay...Fay è mia figlia? - Domandai basito. Lei mi guardò appena aveva troppa paura della mia reazione lo potevo leggere nei suoi occhi.
- Si...Fay è tua figlia..- Ripetè lei piano guardando la punta delle sue Jimmy Choo. Ero furioso,faceva bene ad avere paura della mia reazione.
- Perchè...perchè me lo hai tenuto nascosto avevo il dirittto di saperlo! - Dissi io alzando il tono di voce mentre scattai in piedi guardandola dall'alto. Lei alzò lo sguardo e rispose con una voce tremante quasi rotta dal pianto,in quel momento mi dispiacque vederla quasi piangere,ma cavoli avevo tutto il diritto di reagire così.
- Quando l'ho saputo ero già a Parigi...era passata circa una settimana dall'ltima volta che ci siamo visti...e credevo fosse la figlia di Carter...ma quando seppi che ero incinta di tre settimane e che con Carter mi frequentavo da due,allora capii che il padre eri tu...- Si fermò mordendosi il labbro e riguardando ancora le sue scarpe. - Inizialmente avevo persino pensato di abortire,non volevo essere madre a diciotto anni...non era questa la fine che volevo..essere una ragazza madre messa incinta da un ragazzo che per lei non provava nulla...- Sentii la sua voce tremare e potevo giurare che una lacrima le rigò il viso. Intervenni fermandola e scossi la testa guardandola
- Che ne sai di quello che provavo per te...- Dissi guardandola. E fu in quel momento che incorociai il suo sguardo lacrimante e il suo mascara da quaranta dollari sotto la base dei suoi occhi
- Mi amavi Chuck? - Chiese più ironicamente che come una semplice domanda. - Bel modo che hai avuto per dimostrarlo...semia avessi provato qualcosa per me non mi avresti trattata in quel modo...- Si fermò facendo uan pausa mentre le sue lacrime non smettevano di scendere sul suo candido viso. - Ti sei mai chiesto eprchè in quel periodo fossi cambiata così radicalmente? eh?- Mi chiese lei stavolta arrabbiata. Scattò in piedi piazzandosi di fronte a me - volevo farti del male...volevo farti soffrire come avevi fatto tu con me...- Disse lei riprendendo a piangere dopo quella piccola pausa che c'era stata. - quando ho saputo di essere incinta di te...avevo pensato di non dirtelo..perchè per quanto ti amassi,per quanto volessi dannatamente stare con te...non volevo che solo per una bambina tu fossi stato costretto a stare con me...non lo avrei mai sopportato...- E così si fermò guardandomi negli occhi. Non avevo parole,non sapevo che dirle piano mi feci coraggio e dissi un semplice
- Mi dispiace...- Lei scosse la testa e disse
- Non mi importa...voglio solo che tu ci sia per nostra figlia...non voglio che cresca senza un padre...voglio che tu per lei ci sia sempre e che sia una bravo padre...non mi importa di noi due...ma solo di Fay...- Disse lei. Quelle parole sembravano nascondere qualcosa...qualcosa che io ancora non sapevo...perchè tutti quegli avvertimenti? Voleva abbandonare sua figlia e lasciarla crescere a me? Pensai per poi annuire..non volevo essere come mio padre,volevo esserci per Fay...
- Te lo prometto..- Dissi poi. Ma curioso le chiesi - Ma...Fay prima diceva che restavate a lungo qui ad Upper East Side...non penserai di vivere in una delle tante suite del Palace..per quanto possa essere efficente quell'albergo tu e Fay non potete dormire li...o meglio vivere...- Lie accennò un sorriso e disse
- Bhe la mia vecchia casa esiste ancora no? - Chiese lei. Era ovvio che fosse ignara di ciò che avese fatot sua madre vendendo la vecchia casa di famiglai Waldorf.
- A dire il vero...è da tempo diventato un ritrovo di prostitute...o meglio è li che vanno le prostitute che diciamo non trovano la retta via...- Dissi cercandole di spiegare...la sua faccia fu stupita...
- Chi...chi...chi l'ha...ven...venduta? - Chiese lei balbettando. Stava per riprendere a piangere,adorava quella casa Blair e fin da piccola aveva sempre affermato che lei era la regina di quella casa e che mai nessuno le avrebbe portato via la sua reggia.
- Tua madre...per un affare...- dissi sospirando. Lei serrò le labbra per poi mordersi queste ultime,era nervosa dannatamente nervosa...
- Dannazione! - Esclamò poi irritata - Dovrò cercarmi una casa...- Esclamò sospirando. Forse no dovevo proporlo...non era casa mia a tutti gli effetti,ma Serena avrebbe accettato avere Blair in casa le avrebbe fatto molto piacere...io dovevo farlo mi sentivo in dovere di farlo...forse starò sbagliando a pensarlo,ma io devo stare vicino a loro...a prescindere o no se voglia o non voglia...ma devo asusmermi le mie repsonsabilità
- Se volete potete restare da noi...cioè da me..Serena è quasi sempre fuori per lavoro...la casa ha tre camere molto grandi per gli ospiti potreste stare li almeno finchè non troverete una sistemazione...- Proposi guardandola e un piccolo sorriso comparve sul suo volto angelico,macchiato da lacrime nere di mascara.
- Grazie...già da domani mi darò da fare per cercare una sistemazione...- Disse lei con mezzo sorriso.
- Potete restare tutto il tempo che volete..- Dissi poi io dando uno sguardo a Fay che guardava quasi trasognata ma con un atteggimaneto da snob un fiore che le porgeva quello che lei definiva il pervertito..potevo giurarlo che lei avrebbe voluto che glielo avesse regalato il suo principe azzurro...- E'...bella come te...- Dissi spontaneamente voltandomi verso Blair che incrociò il moo sguardo rivolgendomi un leggero sorriso
- Si se solo si levasse quel ghigno Churlesko e quello sguardo alla "Io sono Chuck Bass...in versione femminile...srebbe sicuramente la Fay angelica come la madre...ma avendo parechci geni Bass temo che sia un piccolo diavoletto intrappolato nel corpo di una bambolina...- Disse lei ridacchiando e io non potei fare a meno di ridere con lei, la prima volta dopo anni che ridevo sinceramente...
- Quindi immagino che la frase " non lo sapevi sono io la stronza da queste parti..." per te ora non vale più...- La guardai sorridendo e dissi - la regina ha abdicato il trono...- Lei mi guardò e disse - Oh no finchè tutti non la temeranno come me la regina da queste parti sono ancora io...- Commentò lei ridendo,quando ad un tratto notai il suo viso sofferente in una smorfia..posò una mano sul suo stomaco respirando affannosamente...smisi di ridere improvvisamente sostituendo quell'espresisone allegra in uan di totale preoccupazione
- Blair...Blair tutto bene? - Le chiesi sollevandole il viso verso di me preoccupato...lei annuii e si forzò di sorridere
- Sto bene...- Disse con voce più o meno flebile,per poi fare un lungo respiro e dire - sto bene...meglio che iniziamo a traslocare o non ce la faremo per la giornata..- Disse lei ridacchiando,voleva convincermi che stesse bene...o forse ora stava davvero bene...fatto sta che come andò verso Fay io la seguii a ruota libera pronto a intraprendere la mia strada da bravo padre...
 
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view post Posted on 10/3/2009, 22:02
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8°Capitolo

Quando entrammo all'interno di casa Van Der Woodsen-Bass la piccola Fay si guardò intorno sorridente e rimase a fissare per qualche minuto una piccola cornice che immortalava una foto di Serena e Blair,mi accorsi solo ora che fosse li..prima non c'era,sorrisi pensando al fatot che Serena si era piazzata già a suo agio nella sua casa e che tutto ciò che era suo non esitò a comparire ovunque.
- Oddio Blair! - Esclamò sorridente Serena scendendo dalle scale con un enorme scatolone vuoto che subito cadde per terra non appena la bionda mozzafiato corse incontro alla sua migliore amica dal viso di bambola. La loro amicizia era unica,speciale..aveva affrontato mille avversità,mille problemi eppure non si era mai spezzata,anzi era diventata sempre più solida,forte.
- E tu? - Chiese poi Serena dolcemente alla piccola Fay che la guardò prima interrogativa ma poi le rivolse un gran sorriso,forse aveva capito chi fosse...o almeno credo
- Tu..tu devi essere Serena la migliore amica della mamma...- Disse lei con la sua piccola vocina melliflua.
- Si esatto...e tu devi essere la dolce Fay..- Disse lei con un sorriso raggiante abbasandosi poi verso di lei mentre per un istante guardai l'espressione sorridente di Blair,un sorriso che però non arrivava agli occhi e non perchè le potesse dare fastidio che Serena stesse semplicemente elogiando nostra figlia,ma perchè dentro di lei c'era qualcosa che non andava,lei nascondeva ancora qualcosa. Si accorse che la stessi guardando di fatti si voltò verso di me,i nostri occhi si incrociarono proprio come accadde all'aereoporto quel suo sguardo stavolta non chiedeva aiuto,ma mostrava quella sua tristezza che da quando l'avevo vista dopo cinque anni la caratterizzava.
- Ragazzi finirete con il consumarvi se vi continuate a guardare così...-
Disse poi ridacchiando Serena che insieme a Fay ci guardavano divertite. Vidi immediatamente le guancie di Blair arrosire leggermente,e feci un leggero sorrisino soddisfatto per quell'espressione. Bhe non era da tutti i giorni vedere una Blair Waldorf imbarazzata.
- Dai vieni Fay...ti porto a vedere la tua cameretta...- Dissi poi io prendendola istintivamente in braccio,Serena mi guardò stranito bhe non era da me prendere bambini in braccio o fare gesti d'affetto verso gli altri. Notai il gran sorriso di Fay che mi guardò contenta e felice. Incrociai poi nuovamente lo sguardo di Blair che stavolta sorrideva molto felice e stavolta quel sorriso arrivò agli occhi,era incredibile bastava che qualsiasi cosa che riguardasse la figlia per renderla felice,forse facendo anche io il genitore imparerò a capire cosa è davvero importante nella vita...pensai poi andando con Fay a mostrarle il resto della casa,lasciando sole le due ex reginette di Manhattan ma grandi e uniche vere amiche di Upper East Side...

Quando dopo circa un'ora ero sui miei passi nel corridoio del piano di sopra sentii improvvisamente delle fragorose risate e urla di divertimento dal piano di sotto.
Curioso scesi le scale e rimasi fermo non potevo non osservare quella divertente scena: Blair e Serena che come due bambine si prendevano a cuscinate e migliai di piume provenienti da quei cuscini erano sparsi per il salone.
- Ok..ok tregua..- Disse poi Blair quasi dimenandosi dal momento che Serena aveva preso con farle il solletico..già Blair aveva sempre sofferto come una pazza per il solletico,ma l'improvvisa smorfia di dolre da parte di Blair mi fece intuire che non si stesse sentendo bene..come prima al parco. Serena si fermò immediatamente e io come prima dannatamente preoccupato per lei mi avvicinai al divano dove entrambe erano sedute
- Blair...Blair stai bene? - Chiese preoccupata Serena che prese e tenne tra le sue mani quella della sua amica...
- Si...tranquilli sto bene...- Disse respirando quasi affannosamente tenendo ancora quella smorfia di dolore sul volto. La guardai e dissi
- Blair...due volte in un giorno...che hai? - Le chiesi preoccupato abbassandomi in ginocchio ai suoi piedi,beh di certo per una donna non mi sarei mai messo in ginocchio...ma lei era Blair e per lei avrei fatto questo ed altro.
- Vado a prendere dell'acqua...- Disse Serena ancora preoccupata,lasciandoci comunque soli e quando se ne andò,mi sollevai da terra mettendomi accanto a Blair.
- Che hai...? - Le chiesi piano guardandola in viso,un viso che cercava di non guardarmi negli occhi,ma quando poi fu costretta a guardarmi negli occhi e il suo labbro,quello inferiore tremava. Una lacrima improvvisamente rigò il suo viso,la lasciò correre senza toglierla con quel suo gesto di stizza,suo solito segno che usava per non mostrarsi fragile a qualcuno. Stavolta a mia sorpresa improvvisamente mi abbracciò dando sfogo a un pianto liberatorio,non capivo cosa le stesse succedendo ma alle volte il silenzio valeva più di mille parole e volevo semplicemente farle capire che comunque io per lei ci sarei sempre stato. Ricambiai quell'abbraccio cercando di tranquilizzarla da quel pianto quasi disperato. Cosa..cosa le era successo da renderla così vulnerabile,così fragile? Dovevo scoprire cosa era il male della sua felicità..perchè Dio pagherei tutti i soldi che ho pur di vederla ridere come poco prima,perchè ogni suo sorriso,ogni sua risata...rende di riflesso me felice...
 
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view post Posted on 20/3/2009, 20:06
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9°Capitolo

- Blair dicci cosa hai...- Disse ora Serena che da dieci minuti era accanto a Blair tenendole la mano e guardandola preoccupata,potevo giurare che da un momento all'altro sarebbe scoppiata a piangere anche lei.
- Chuck...di qualcosa...- Mi disse ancora Serena volgendosi verso di me cercando aiuto,stavo per dire la mia frase,anche se in quel momento era inadatta ma Blair parlò
- No l'ultima volta che l'ha fatto...in una situazioen del genere ha detto quel Io sono Chuck Bass che non è stato di aiuto per nessuno...- Disse lei ridacchiando appena,come poteva scherzare in un momento così delciato proprio per lei? Qualcosa in lei era cambiato,Blair era pungente,stronza,cinica calcoltarrice...questa che avevo davanti era una Blair fragile,docile come un agnellino.
- Allora parla tu...dicci cosa ti succede,ci stai facendo preoccupare...- Disse ancora Serena implorandole di dire ciò che lei portava dentro da troppo tempo.
- Non voglio...vi posso dire semplicemente che sto bene,e che questi dolori che vengono sono normali,ma sto bene e state tranquilli non voglio che vi preoccupiate per me..- Disse lei cercando di tranquilizzare Serena con un sorriso. Non la credevo non potevo crederle stava mentendo spudoratamente e io me ne accorgevo a vista d'occhio il suo sguardo per me era come un libro aperto riuscivo a vedere ogni sua emozione ogni suo stato d'animo.
- Blair smettila...- Dissi poi serio metre Serena mi guardò stranita,come se fossi un pazzo ad essermene uscito in quel modo,e Blair avendo capito che io avessi capito che stesse mentendo mi guardò timorosa. - Smettila di dire assurdità! Prima hai pianto disperatamente come se ciò che tenesis dentro di te fosse un peso di cui tu vuoi liberarti ma che alo stesso tempo tieni dentro per non farci stare male,ma con me non attacca so che non è normale che tu stia così...- Le dissi guardandola dal divanetto dove ero seduto di fronte a lei,mentre potevo sentire il gesto involontario della mia mascella che si contraeva proprio quando ero nervoso.
La sentii sospirare e alzare gli occhi al cielo come a voler ricacciare dentro le lacrime che da li a poco sarebbero scese,mi stavo struggendo volevo sapere la verità dannazione! Ad un tratto sentii la sua delicata voce rotta dal pianto iniziare a parlare
- Cinque mesi fa ho iniziato ad avere dolori lancinanti al fegato e inizialmente da ignorante pensavo fosse semplice appendicite...- Si fermò continuando il discorso mentre io e Serena eravamo li all'erta su ogni singola parola che diceva. - Quando sono andata da uno specialista in un ospedlae di Parigi mi hanno detto che era qualcosa di più grave che appendicite...- E in quel momento si dovette fermare perchè iniziò a piangere e di istinto Serena la abbracciò dandole un dolce bacio sulla testa.
- Tranquilla se vuoi dircelo un'altra volta fallo...- Disse lei dispiaciuta per la sua migliore amica,anche io ero dispiaciuto chi non poteva esserlo dinnanzi a una Blair Waldorf in lacrime? Ma dovevo sapere cosa avese forse avremmo potuto aiutarla davvero e dissi
- Serena..lasciala continuare...potremo aiutarla se parlerà...- Dissi io mentre nello stesso frangente di tempo vidi Blair allontanarsi e annuire
- Si Chuck ha ragione...meglio che ve lo dica una volta per tutte...- Disse lei asciugandosi le lacrime con una mano e riprendendo il suo discorso dopo aver fatto un grosso respiro.
- Dicevo...mi dissero che fosse qualcosa di molto più grave di una semplcie appendicite...e mi portarono nel reparto oncologico...e li mi hanno diagnosticato un tumore al fegato...- Disse fermandosi. In quel momento rimasi come paralizzato,schioccato sentivo man mano che qualcosa di pesante mi stesse schiacciando portandomi a sprofondare nel baratro più profondo. Serena portò una mano alla bocca seriamente preoccupata e disse
- Ma...ma puoi guarire vero? - Chiese lei con un velo di speranza su i suoi occhi. Blair scosse la testa trattenendo ancora le lacrime
- Ho fatto la chemion...e l'ho interrotta facendola avrei semplicemente un anno in più di vita e mi porterebbe a rovinarmi la pelle i capelli tutto...alla fine morirei ugualmente...mi hanno parlato di un centro molto famoso in Australia...li potrebbe esserci una possibilità di prolungare la vita...ma sarebbe massimo di qualche mese in più...- Disse lei guardandoci mentre ora una lacrima rigò anche il viso di Serena che riabbracciò l'amica senza dire nulla. In quel momento sentii le lacrime arrivarmi agli occhi e non volevo mostrarmi debole,o un piagnone non era in me...così mi alzai dal divano senza dire nulla e andai nel mio studio chiudendomi la porta alle spalle. Dovevo aiutarla non mi importava nulla lei doveva vivere,doveva crescere sua figlia non poteva abbandonarla così...non doveva arrendersi. Pensai e andai alla scrivania dove c'era il mio portatile lo aprii e subito mi misi alla ricerca di tutti i migliori centir oncologici di America,Europa e Australia...lei doveva vivere...continuai a ripetermi.
 
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